Cucina

Trattoria Naviglio e 30 candeline per la tradizione

Antiche ricette, atmosfera e gestione famigliari, amicizia con i residenti
I titolari Claudio e Franco Gentilini con Betty - Foto © www.giornaledibrescia.it
I titolari Claudio e Franco Gentilini con Betty - Foto © www.giornaledibrescia.it
AA

Le antiche ricette dell’arte culinaria bresciana in sei lustri di storia: la Trattoria Naviglio spegne trenta candeline. Due fratelli uniti dalla passione per la ristorazione, Claudio e Franco Gentilini, sono i titolari della Trattoria Naviglio, divenuta ormai un pezzo di storia nel centro storico sanzenese.

E questo mese il locale, unica trattoria a conduzione famigliare del paese, festeggia ben trent’anni di attività. Claudio e Franco propongono piatti tipici della tradizione: tra primi e secondi si alternano selvaggina e pescato cucinati secondo le ricette delle trattorie bresciane. Conservano ancora alcune usanze storiche. Ad esempio cucinare la cacciagione portata dai commensali per festeggiare in compagnia nel locale. Sono molti i clienti affezionati che passano le serate in un clima famigliare; parecchi gli anziani che, la sera, piuttosto che stare a casa da soli, preferiscono mangiare un boccone in compagnia tra una risata e una partita a carte.

Nel gennaio del 1989, in giovane età, i fratelli hanno rilevato il bar-osteria Marta, facendolo diventare una trattoria, ribattezzata Naviglio; solo dopo pochi anni hanno ampliato l’attività così da ricavarne un salone e due sale più piccole. 

Claudio, che ha avviato l’attività a ventiquattro anni, insieme al fratello ventenne, ha studiato all’alberghiero di Gardone Riviera. «Ho iniziato questo lavoro all’età di quattordici anni, ho cucinato per un importante ristorante bresciano, in cui mi dilettavo nella preparazione di banchetti matrimoniali- spiega Claudio -. Mio fratello ha seguito le mie orme e mi aiuta in sala, anche mia moglie Betty mi dà una mano in cucina. Trent’anni sono un traguardo importante. Ringraziamo tutte le persone che, ogni giorno, ci scelgono».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia