Cucina

Spiedo e paella si sposano a Casanuova

Sono i due piatti tipici della storica trattoria di Botticino riconosciuta dalla Regione Lombardia
Famiglia: i fratelli Quecchia gestiscono la trattoria con i genitori - Foto © www.giornaledibrescia.it
Famiglia: i fratelli Quecchia gestiscono la trattoria con i genitori - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Da che le carte ne tengono traccia, quel caseggiato che, alle porte di Botticino, un po’ come l’uscio di casa che si spalanca sulla cucina tra sapori e aromi, accoglie gli avventori con i suoi profumi di spiedo e di paella, c’è dal 1968.

Ma la sua storia ha spalle ben più larghe e radici che affondano in terreni vitati. Perché la trattoria Casanuova di Botticino, riconosciuta come attività storica da Regione Lombardia, i suoi primi spazi, i suoi primi tavoli, oltre mezzo secolo fa, prima che i documenti sin qui conservatisi ne registrassero la nascita, li ha riservati a un piccolo licinsì.

«Sono stati i nonni Francesco e Maddalena - racconta Francesco Quecchia, che con il fratello Ermes e i genitori Renato e Agnese gestisce l’attività di via Garibaldi 2 - a dare vita al tutto, adibendo una stanza alla vendita del vino prodotto nel loro vigneto, poi questa è presto divenuta osteria, con la nonna che proponeva ricette tipiche del territorio: trippa, fagioli con le cotiche e le sue famose bose».

Un primo ampliamento si è avuto con la gestione affidata al signor Renato che ha segnato anche il passaggio alla trattoria, e ad essa si è affiancata l’apertura pure di un bocciodromo. Che tra una gara e l’altra ha attirato a Botticino giocatori da tutto il Paese, ma pure da oltre confine, per sfide dal sapore internazionale, accompagnate però sempre con i piatti tipici della tradizione bresciana.

Quindi nei primi anni ’90, è toccato a Francesco ed Ermes portare avanti l’attività di famiglia, nel solco di quanto nonni e genitori hanno trasmesso, e al contempo con spirito innovativo, non a caso i piatti più gettonati sono spiedo e paella. «Sono i più richiesti anche con l’asporto - racconta - che, durante queste chiusure obbligate, ci consente di tamponare la situazione difficile. Ci auguriamo però di poter presto ritrovare tempi tranquilli, a pieno regime assicuriamo 110 coperti e, quando la stagione lo consente, i tavoli trovano posto anche all’esterno per aperitivi, cene e serate a tema, sempre fatte con particolare attenzione ai prodotti locali».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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