Slow food promuove 5 osterie bresciane: Al Resù new entry
Dopo la pizza ora tocca alle osterie. Tempo di classifiche e guide. Presenti delle eccellenze bresciane nell’edizione numero ventinove della Guida delle Osterie d’Italia edita da Slow Food. I curatori, Eugenio Signoroni e Marco Bolasco, l’hanno presentata questo weekend al Salone del Gusto di Torino.
Un volume che negli anni è diventato faro del settore. «Tradizione e territorio sono diventati obiettivi culturali, la proposta di vini e altre bevande interessanti è cresciuta e ai fornelli non ci sono più le nonne ma giovani talenti con solide basi di cucina contemporanea» sottolinea Bolasco.
Presente nella guida anche il decalogo dell’Osteria contemporanea. Dieci punti che fanno di un’osteria una grande meta: è accogliente e conviviale; ha un giusto rapporto qualità prezzo; conosce a fondo la materia prima che usa; lavora prodotti locali; sa proporre il vino anche se è quello della casa; non ha menu degustazione; non scimmiotta il ristorante importante ed è fiera delle sue radici popolari; è moderna senza rinnegare il passato; non insegue le mode, ma spesso le anticipa e ha un bravo oste o più d’uno.
La guida segnala ben 1617 locali, 133 chiocciole in più della passata edizione. Le osterie vengono divise per regione e la Lombardia conta 21 Osterie premiate Slow Food, di cui 5 nella nostra provincia, due in più del 2016 e una in più rispetto all’ottobre scorso.
Già presenti nella Guida 2018: le osterie Le Frise ad Artogne, La Madia a Brione, Osteria Della Villetta a Palazzolo Sull’Oglio e Lamarta a Treviso Bresciano. Al Resù a Lozio è la new entry di quest’anno.
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