Cucina

Rinasce l'Anesone triduo, pezzo di storia bresciana

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Un citatissimo testo del 1859 dello storico Carlo Cocchetti di Rovato rispolverato di recente da «Spruzzi di spirito», la nuova rassegna di Gussago, dice tra l'altro: «La distillazione dell'acquavite dalle vinacce era comune a tutta la regione vinifera. Pel raffinamento dell'acquavite e per la preparazione dei liquori esistono in provincia dodici fabbriche. Il curassau di Landi di Salò può competere con quello d'Olanda. Buon mistrà si fabbrica anche a Rovato ed è giustamente rinomato l'Anesone triduo della ditta Rossi, succeduta al Reboldi degli Orzinuovi che ne fu l'inventore. Quel nome deriva dalla triplice distillazione. A Salò, Gargnano, Limone e Toscolano si fabbrica da oltre un secolo l'acqua di tutto cedro».

L'Anesone triduo di Orzinuovi dunque c'era già ed era conosciutissimo. In seguito prese medaglie d'oro a Verona nel 1868, a Milano e Roma nel 1881 e a Torino nel 1884. Ha avuto vita lunga perché è arrivato a noi fino agli Anni '80. La Fratelli Mancabelli che lo produceva, fondata dal tirolese Giuseppe Mancabelli agli inizi del '900 e vissuta quasi un secolo, però poi ha cessato l'attività e ceduto il marchio. Se ne era andato un altro pezzo di storia.

Ieri Distillerie Franciacorta di Gussago e i fratelli Gozio hanno presentato il rinato Anesone triduo di Orzinuovi (che ora si distilla a Borgonato) ed è stato come entrare un sito storico e trovare tutto intatto. Tanto più che l'azienda ripropone l'Anesone con l'ultima etichetta carica di medaglie e persino di rimandi a luoghi bresciani d'un tempo, anche se le indicazioni di legge sono quelle di oggi.

L'Anesone triduo deriva, come ricorda il testo storico, da tre distillazioni parallele di tre differenti misture d'erbe (in tutto sono una decina) in cui domina l'anice stellato. I sentori delle erbe e delle spezie vengono estratti in alcol e poi si distilla il tutto. Si compie infine l'assemblaggio, si corregge il grado alcolico portandolo a 45 gradi e si aggiunge un poco di zucchero. Il risultato è un liquore all'anice assai rinfrescante molto simile al pastis francese della Pernod Ricard. Potete anche trovare una parentela con l'assenzio che però resta un'altra cosa. La cosa emozionante dell'operazione è che l'Anesone triduo dei Gozio è proprio come quello tramandato dalla storia e dalla antica ricetta.
La distribuzione è già partita a inizio 2010 per cui lo potete già trovare in commercio nella nostra provincia, mentre sta diffondendosi in Italia. All'estero si penserà l'anno venturo. Ma le ambizioni, dice il direttore commerciale Luigi Medani, vanno ben oltre le prime 10mila bottiglie. Del resto va bene anche in estate come aperitivo con molto ghiaccio, nel gelato, o, come raccomandava l'azienda storica, nel caffè.

La presentazione, sommessa come al solito, è stata fatta dal presidente di Distillerie Franciacorta Antonio Gozio con il fratello Luigi. Assente il fratello Giuliano che è il vero «padre» tecnico della rinascita.
La diffusione è in buone mani: l'azienda dei Gozio (nata anch'essa nel 1901) commercializza milioni di bottiglie. Basti dire che da sola copre l'8% del mercato della grappa. g. m. p.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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