Moro di Sicilia, l'arancia dolcissima tra le regine dell'inverno
Il lungo predominio delle arance nella bancarella del fruttivendo non mostra segni di cedimento in queste settimane di febbraio. Anzi, pure marzo ci regalerà ancora la prevalenza di quest'agrume capace di regalarci preziose vitamine e una dolcezza che con le varietà tardive si fa più intensa, persino stucchevole.
Proprio questa caratteristica distintiva del Moro di Sicilia, varietà pigmentata di fine inverno, l'ha destinata, oltre che al consumo fresco, crudo in spicchi e in spremute, alle più tradizionali preparazioni conserviere quali i succhi e soprattutto le zuccherose marmellate.
Ma sia che vogliate provarvi nella conservazione, sia che preferiate sfruttare in cucina, anche in preparazioni salate, questo splendido frutto siciliano, è giusto questo il momento ideale per fare entrare nella dispensa di Stagioni in tavol@ il Moro di Sicilia. E' infatti una delle varietà pregiate a succo rosso che a febbraio è nel cuore del suo più gratificante e conveniente periodo di produzione e, dunque d'offerta.
Il parere dell'esperto
Le arance sono una presenza costante nella nostra dispensa invernale e per richiamarne i benefici, più volte illustrati, basterà dire qui della loro esorbitante carica di vitamina C (e non solo), della funzione protettiva sui reni e sull'apparato cardiocircolatorio, grazie anche all'abbassamento del colesterolo, del rafforzamento delle difese immunitarie e della capacità di attivare positivamente il metabolismo.
Già ci è capitato di scrivere pure in altre occasioni della origine generale degli agrumi in Oriente tra India e Birmania in epoche lontanissime: abbiamo testimonianze di tributi con ceste di cedri e mandarini all'imperatore della Cina ben 4000 anni prima di Cristo. Così come è nota l'importazione in Europa fin dai tempi di Alessandro Magno e poi più massicciamente di varietà d'arance amare con gli arabi prima in Andalusia e poi in Sicilia.
Per il frutto dolce invece avrebbe seguito percorsi diversi: ricerche recenti sono infatti propense a sostenere la tesi dell'arrivo dei primi esemplari, sempre dal lontano Oriente, ma con navigatori portoghesi, prima nella penisola Iberica, quindi in Liguria e in Sicilia. Si spiegherebbe così come nel XVI secolo le arance dolci fossero chiamate cedri di Lisbona e pure portogalli (da qui anche il "portogal", brescianissimo termine che lo identifica ancor oggi nel dialetto).
Guardando infine alle varietà dolci e a succo rosso, che sono divenute sprattutto nel secolo scorso l'emblema dell'agricoltura siciliana, ed al nostro Moro che ne è gran rappresentante, a portarle in Trinacria sarebbe stato per primo un missionario genovese di ritorno dalle Filippine a metà del XVII secolo.
E in poco piùdi trecento anni quella che era una pianta soprattutto ornamentale è divenuta cuore d'una produzione tipica d'eccellenza che ha conquistato ogni spazio: dagli orti cittadini, alle colline, alle pianure e persino alle pendici dell'Etna, da dove arrivano gli esemplari migliori.
La ricetta
Il Moro di Sicilia è varietà zuccherina che si presta meravigliosamente alle spremute, nonchè alla preparazione delle marmellate, ma qui vorremmo suggerire l'uso del suo succo, magari in combinazione con qualche goccia di limone o di pompelmo, per una ricetta salata semplice ma di sicuro effetto qual è la tagliata di tonno marinato ai mille semi.
Fatevi tagliare dal pescivendolo del tonno già correttamente abbattuto (meglio non rischiare con l'Anisakis), tranci di filetto dello spessore di un centimetro e mezzo o due. Quindi disponeteli su un piatto e irrorateli con succo di arancia e poco limone o lime, insaporito magari da una quantità a piacer vostro di salsa di soia (oppure sale) e pepe.
Lasciate in marinatura rigirandoli un paio di volte per una quarantina di minuti. Nel frattempo preparate un mix dei semi sminuzzati che più vi piacciono, quali sesamo, lino, girasole, quinoa, papavero e zucca.
Prendete a questo punto le fette di tonno e sgocciolatele dalla marinata prima di "panarle" tra i semi.
Portate infine ad alta temperatua una padella antiaderente e quando sarà ben calda, senza aggiungere alcun grasso, piastrate il tonno per meno d'un minuto per lato. Servite il tutto appena tolto dal fuoco, con un contorno di fresca insalata verde, magari condendo il tonno con qualche goccia di marinatura e olio extra-vergine d'oliva.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato