Cucina

Lo «Gnoko on the road» mette radici e attira i palati

L’avventura di Andrea Morettini di Gavardo e Martina Frattini è iniziata con un food truck e ora prosegue con un laboratorio
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Non è un ristorante dove si può stare seduti tranquilli per ore, non è un bar perché non viene servito il caffè e non è nemmeno un locale soltanto da take away perché qualche sgabello c’è. «Gnoko on the road» è un piccolo laboratorio artigianale del gusto dove si può assistere al rito di preparazione dello gnocco fritto chiacchierando con il cuoco. È una minuscola salumeria.

È un riparo dalla pioggia dove gustare un aperitivo all’antica, con un calice di vino e un bel tagliere di assaggi, ma con un pizzico di modernità.

Questo piccolo regno della gastronomia emiliana è stato appena aperto da Andrea Morettini, 34enne di Gavardo, e dalla fidanzata Martina Frattini, 29enne milanese, in via Gian Battista Tiepolo 1 nella città della «madunina».

I due - lui lavorava in un’azienda e lei è laureata in Sviluppo economico e dell’impresa - hanno iniziato la loro avventura culinaria alcuni anni fa stuzzicando i palati italiani da un food truck frutto del restyling di un van per il trasporto dei cavalli. Ora, complice il desiderio di «fidelizzare la clientela, sperimentare e crescere», hanno messo radici a Milano, in zona Città Studi e, con l’aiuto di alcuni soci nonché fornitori (EatinParma), propongono lo gnocco fritto (fatto al momento come vuole la ricetta della nonna di Martina, la signora Wilma originaria nientemeno che di Zibello) abbinato ai salumi (che vengono venduti anche a pezzi o affettati), al battuto di lardo con rosmarino, all’hummus di fagioli bianchi con curcuma, al gorgonzola e alla Nutella. E servito con i vini Santa Giustina e le birre artigianali de La Buttiga. In un ambiente curato, moderno, in cui nessun dettaglio sfugge alla coppia.

Andrea e Martina, prima di aprire la loro «piccola cucina» a Milano, hanno girato il Belpaese sul food truck dello gnocco fritto con abbinamenti gourmet che ora continueranno a utilizzare per catering o piccoli eventi. «Sono stati anni bellissimi - ci raccontano -: abbiamo lavorato bene e creato interessanti legami nel settore dello street food». Sia prima sia ora i due hanno sempre curato con attenzione la scelta delle materie di prime (ricercate, stagionali e di alta qualità) e la comunicazione che fa leva, tra l’altro, sul design. «Tutto, dal logo all’arredamento del food truck e del negozio, fino ad arrivare alle grafiche specifiche per ogni post pubblicato sui social, è seguito con molta attenzione dal nostro team di architetti e grafici. Ci teniamo molto - spiegano -, perché il design per noi è un mezzo di comunicazione come gli altri: è ciò che ci permette di dare una forte riconoscibilità al brand». Così l’accogliente cucina a vista che hanno aperto in Città Studi è un laboratorio del gusto e delle idee. Uno scrigno di bontà in cui ogni cosa invita ad assaggiare sentendosi un po’ a casa. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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