Dall’Arcobaleno ad Animo, i locali vegetariani e vegani a Brescia
Dal brunch all’americana all’aperitivo sfizioso; dalla cucina tradizionale all’etnico, dall’asporto rapido alla vocazione conviviale: tutte le declinazioni del mangiare «veg» hanno oggi una sfaccettata traduzione locale. Locale nel senso di bresciana – o meglio, cittadina – ma pure col significato di pubblico esercizio, che sia bar o ristorante. Non è cosa nuova, sia chiaro: realtà come l’Arcobaleno e Shakti Food sono ormai parte della storia gastronomica di questa città, e hanno iniziato all’alimentazione vegetale anche i più scettici, con la loro cucina gustosa.
Ma il mondo della ristorazione in generale, che un tempo guardava a questa clientela con sospetto, oggi punta a includerla nel mercato. Sono rimasti pochissimi i locali che nel menu non propongono opzioni vegetariane o vegane: dagli stellati ai rifugi di montagna, dalle tavole calde alle trattorie, un piatto veg non si nega a nessuno. Mentre sono in continua crescita, sia a livello numerico che come qualità della proposta, i locali che fanno della cucina plant based il loro core business. Vogliamo raccontarvene alcuni, senza la presunzione di essere esaustivi.
I pionieri
Al principio fu l’Arcobaleno, aperto fin dal 1980 e uno dei primissimi in Italia a offrire proposte vegetariane e vegane a chilometro zero. Il locale di via Luzzago 6B è gettonatissimo per i pranzi e apre la sera solo il venerdì e il sabato. Parlando di storia e gusto non si può prescindere da Shakti Food: suggestioni etniche e cuore etico per il locale che, dopo aver presidiato a lungo via Moretto, ha trovato casa in via Sostegno 80 e da vent’anni è una garanzia per i vegani e vegetariani non solo della nostra città.
L’ultimo arrivato è invece Cìciri di via San Faustino, che punta sulla proposta golosa che non c’era, e in particolare sul gettonatissimo brunch che comprende club sandwich e mac&cheese. A catturare l’attenzione degli avventori è anche l’arredamento che gioca sulla nostalgia millennial, con videocassette Disney che vanno nel televisore, le vecchie copie di Cioè e le musicassette per leggere il menu.
Più minimal, con forte vocazione all’asporto, sono invece Animo Cucina Naturale in viale Europa 60, che serve e consegna agli avventori «plant based organic food» con una formula take away con posti a sedere disponibili solo per il pranzo dal lunedì al venerdì; e Dispensa Cucina Vegana, che in via Foro Boario 5 associa la formula bistrò per la pausa pranzo alla gastronomia d’asporto.
È un bistrot 100% vegetale a colazione, pranzo e cena, Capre e Cavoli di via Moretto, altra realtà che a Brescia è da qualche anno sinonimo di alimentazione veg con gusto e fantasia. Chiudiamo la carrellata con Oh!Ficomaeco, locale affacciato su Campo Marte dove, le pinse affiancano tartare di salmone vegano, panini con finto pulled pork e curry di verdure; e il Bistrò Popolare di via Industriale 14A. Il menu è stagionale e variegato, con possibilità di provare trittici o bittici. E non mancano mai le serate degustazione.
Una menzione «di cuore» merita una realtà franciacortina che oggi non c’è più: Nòna Ninì Home Vegan Restaurant, creatura dell’istrionica Alessandra Dogali, cuoca del Lodetto di Rovato, e del marito Marco Ribola. Diventato in poco tempo un riferimento per l’Ovest, era ospitato nella casa di famiglia. Lo scorso marzo la decisione di chiudere per motivi di salute. Il suo spiedo vegano, però, è diventato leggenda.
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