Da salumeria a ristorante: «La bottega di Vittorio» compie 20 anni

Nel 2004 Claudio e Ruggero Mombelli hanno trasformato il negozio di papà Vittorio nel noto locale di San Bartolomeo: «È stata una scommessa, oggi vengono da noi anche i ragazzi»
Ruggero e Claudio Mombelli nel loro locale, La bottega di Vittorio, a San Bartolomeo
Ruggero e Claudio Mombelli nel loro locale, La bottega di Vittorio, a San Bartolomeo
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Le mura sono quelle. Il pian terreno di una palazzina all’angolo tra via Melzi e via Del Gallo, nel cuore di San Bartolomeo, storico quartiere di Brescia.

Dal 1950 al 1992 è stata la salumeria di Vittorio Mombelli, con la moglie Emilia Piscini e la sorella Adele. Dal 2004 è il ristorante «La bottega di Vittorio», un po’ sogno realizzato e un po’ scommessa vinta dai figli di Vittorio, Claudio e Ruggero, che hanno portato una tavola di qualità nel cuore di un quartiere popolare.

La scorsa settimana, il 28 gennaio, hanno festeggiato 20 anni di apertura, «di crescita costante in cui il nostro format di cucina molto personale e molto curata, ingredienti di livello e tante cotture ma con piatti che arrivano sempre in tempi accettabili, è piaciuto e oggi stiamo vivendo un gratificante ricambio generazionale nella clientela, vediamo a tavola anche tanti ragazzi tra i 25 e i 30 anni» spiega Claudio Mombelli.

Claudio e Ruggero infatti nel 1998 avevano preso in gestione il ristorante La Campanella a Concesio, «i riscontri erano buoni ma la struttura non era adeguata alle nostre necessità». Così, nel 2003, dopo aver visto varie soluzioni in città e provincia «con Ruggero abbiamo deciso di tornare dove tutto è cominciato, dove i nostri genitori avevano la salumeria e dove è maturata la nostra passione».

Claudio lo racconta e lo mostra «dove c’è il camino c’era il bancone, dove abbiamo fatto la cucina c’era il magazzino e dove nostro padre aveva la cantina abbiamo fatto una saletta per piccoli gruppi».

Una strada partita in salita: «Un ristorante di questo livello in un quartiere popolare, senza parcheggio è stata una scommessa ma siamo riusciti a farci conoscere». Claudio costruisce i piatti, Ruggero sceglie formaggi, salumi e dolci. «Materialmente i piatti li realizzano i nostri collaboratori (negli anni Devis Bodini, Diego Ragni Carlo Ussoli e oggi Luca Colombo) ma la linea è la mia, quella che ho elaborato al fianco dello chef piemontese Cesare Giacone nelle estati nella sua cucina: per questo ho scelto di stare in sala, di spiegare e proporre quello che cuciniamo».  

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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