Che cosa si impara da una degustazione verticale di Satèn
Un Satèn evoluto e sorprendentemente longevo. Chi l'avrebbe mai detto! Si è scritto e discettato a lungo sulle qualità specifiche di questa tipologia esclusiva del Franciacorta, spumante con bollicine meno cariche di pressione, dall'immediata espressività olfattiva, fresco e morbido, più avvolgente e femminile, adatto per i più alla pronta beva, dopo sei mesi, un anno dalla sboccatura.
Ma come per ogni luogo comune è sempre dietro l'angolo l'opportunità di sfatarlo; come è capitato al numeroso panel di degustatori che l'azienda Villa di Monticelli Brusati ha riunito con l'allettante proposta d'una verticale proprio dedicata al Satèn della casa. Va precisato che Villa, etichetta storica di Franciacorta, si qualifica da sempre per millesimare ogni sua produzione, ovvero realizzare vini sempre da una sola vendemmia, dando così piena espressione alle peculiarità di ogni annata. In sovrappiù val la pena d'aggiungere che in cantina arrivano solo le uve di vigneti di proprietà ritagliati in quel terrior unico che è Monticelli Brusati, collina nota per i suoi vini di incisiva mineralità fin dalle epoche più remote.
La verticale di quest'anno, la venticinquesima della serie - ché Villa ha ormai trasformato in preziosa tradizione l'occasione di degustare e comparare annate diverse, anche molto profonde, delle sue diverse selezioni - ha inoltre suscitato molta curiosità proprio perché dedicata al Satèn, con 10 annate tra il 2014 e il 2001, da chardonnay in purezza, stappate per l'occasione con tutte bottiglie di cantina, 'degorgiate' fino a 15 anni fa, dunque senza il trucco di sboccature mirate per l'evento. E la sorpresa maggiore, insieme all'integrità e alla vivacità di tutti i vini assaggiati, è stata proprio l'incredibile longevità delle bottiglie più anziane, insieme alla percepibile, piacevolissima lettura gustativa dell'evoluzione positiva d'ogni spumante, anche a distanza «siderale» dalla sboccatura.
Non è infatti emersa nessuna seppur minima ossidazione, probabilmente impedita dalla sovra-pressione interna rispetto all'ambiente, insieme a una cremosità più suadente, con una bollicina carezzevole e persistente, vivificata da acidità e sapidità in delizioso connubio, con aromi sempre più complessi e impreziositi da note eteree proprie dell'evoluzione. In una batteria d'eccellenza è emerso con pienezza coinvolgente il 2007, spumante d'infinita persistenza e complessità, seguito a un'incollatura dal 2008 a conferma forse che, almeno per la qualità delle uve e il terroir di Villa, il top dell'evoluzione arriva a 7/8 anni dalla sboccatura (considerazione questa assolutamente inusuale per uno spumante).
Di più: è apparso in gran forma il 2001, lasciando intravedere orizzonti inesplorati di longevità per un Franciacorta Satèn, e assolutamente vitale, ricco di sfumature accattivanti con delicati sentori eterei e finale di gradevole sapidità, il frutto dell'annata 2003, la più calda del nuovo millennio. Un'estate che tutti ricordiamo per la corsa ai condizionatori e la ricerca inesausta di refrigerio, segnata nei vigneti di mezzo mondo da vendemmie difficili, al punto da consigliare a più d'un produttore d'evitare le selezioni d'un qualche pregio.
E invece chi come Villa ha ben lavorato anche in quella congiuntura estrema, può oggi sorprendersi del valore d'un millesimo bistrattato, capace però di offrire un vino armonioso, certo fuori dal coro ma che sa raccontare una sua esclusiva, intrigante evoluzione. E visto che molte altre annate calde ci attendono, questa non può essere che una buona notizia per tutti gli innamorati del nettare di Bacco.
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