Brescia terra di gin da assaporare in Castello
Con quasi trenta produttori sparsi qua e là in città e provincia, Brescia è (anche) la «Capitale del gin». L’iniziativa che lo dimostrerà è il «Brixia Gin Festival» che si terrà venerdì 22 e sabato 23 luglio dalle 19 alle due della notte in Castello. «Il concetto di partenza è semplice - raccontano Alessandro Sala, Annalisa Consoli e Francesco Milanesio, organizzatori della due giorni -: capita spesso di entrare in bar e locali e vedere persone scegliere gin blasonati e commerciali, senza sapere che la nostra terra offre prodotti artigianali di alto livello».
Da qui l’idea di organizzare un Festival, quest’anno alla seconda edizione, che mira a presentare solo gin bresciani, sia in purezza sia miscelati nel classico gin tonic. Chi c’è. All’appello hanno risposto 17 produttori (erano una decina l’anno scorso): sono Gin Mario di San Felice del Benaco, Gin by Corso di Desenzano, Ginnyco di Monticelli Brusati, Tevin’s Gin di Edolo, Riba Dry Gin di Toscolano Maderno, Enoglam di Rovato, Piero Dry Gin di Bedizzole, Gin 25zero14 di Castenedolo, 25k di Brescia, Distilleria Peroni Maddalena di Gussago, Gin Tony di Castegnato, IconaSpirits di Brescia, Distill Project di Roccafranca, Gin del Baffo di Brescia, EmmeCi Gin di Montirone, Gin Iseo di Iseo e Ginaro di Castenedolo. La tonica utilizzata sarà l’Acqua Brillante, della rinomata Recoaro.
Le due serate funzioneranno così: ingresso alle 19 con ritiro del ticket alla cassa; degustazione da 25 euro comprensiva di due gin in purezza, due gin tonic e il risotto agli agrumi e rosmarino dello chef della Terrazza Armani in Castello; musica, gadget e animazione completeranno le due serate. I posti sono limitati e i biglietti sono in vendita sul sito Internet di We Love Castello. Curiosità. «Negli ultimi 4-5 anni in Italia si sta riscoprendo questo antico distillato che deriva dal ginepro - commenta Sala, esperto di gin -. Non tutti sanno, però, che il ginepro italiano è il migliore del mondo e viene utilizzato anche dai celebri produttori dell’estero».
Nel Bresciano i mesi di lockdown hanno favorito la nascita di nuove etichette: «Alcuni appassionati hanno sfruttato il periodo di stop per sperimentare ricette e dar vita a originali gin. Ad oggi, con quasi trenta produttori e una distilleria, la Peroni Maddalena di Gussago, la nostra è la seconda provincia lombarda per etichette di gin dopo Milano. Per alcuni si tratta del primo lavoro, per altri di una seconda attività». Sala è un collezionista: possiede oltre 140 bottiglie. Racconta che tra i primi a proporre gin nel Bresciano ci sono Luca «Aro» Scaroni del Ginaro e Gianpiero Giuliano, mente e volto del Piero Dry Gin.
Risale alla scorsa primavera, invece, l’invenzione di Nicola Corsini che a Desenzano ha lanciato il Gin by Corso. Le curiosità nel settore sono tantissime: il Gin 25zero14 si chiama così perché riprende il codice postale di Castenedolo; il 25k, nato prima della pandemia, è l’unico a essere impreziosito dalle foglie d’oro edibili; il Gin Tony è opera degli Zerotrenta famosi nel Bresciano e non solo per il loro amaro le cui botaniche, liquirizia esclusa, si trovano anche nel gin. E ancora, il Gin del Baffo: è il primo a contenere il caffè e a presentarsi di un curioso color marrone.
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