A Berlingo torna il festival «Pestöm, parla come mangi»
Quarta edizione a Berlingo per il festival «Pestöm, parla come mangi: la storia di un gusto nella Terra di Mezzo», organizzato dal Comune a partire dal periodo della pandemia e, con il passare del tempo, diventato un appuntamento attraversato da esperienze diverse in tutto l’asse che corre, nella parte occidentale della provincia, tra la pianura della Bassa e le colline della Franciacorta.
«Vogliamo dare nuova linfa – spiega Conforti – ad abitudini e storie delle generazioni passate che uniscono la cosiddetta Terra di Mezzo: quella porzione di territorio bresciano chiusa tra la città capoluogo a Est, la Franciacorta a Nord e la Bassa a Ovest e Sud. Un’area dalle grandi potenzialità che miriamo a valorizzare, partendo dal festival ma arrivando a un’iniziativa che possa continuare tutto l’anno».
L’iniziativa
Il festival è da giovedì 21 a domenica 24 novembre; prenotazioni disponibili attraverso il sito www.comune.berlingo.bs.it. Si parte giovedì con la mostra d’arte di Francesca Adamo, alla presenza dell’assessore regionale Simona Tironi; appuntamento alle 9.30 a villa Calini Metelli, dove l’esposizione resterà aperta fino a domenica. In serata, invece, apericena all’azienda agricola Al Berlinghetto (alle 19), tra prodotti del territorio e curiosità storico-gastronomiche.
Venerdì, alle 19, si presenta, invece, il risotto al Pestöm al Dolcigno, lo spazio interno al laghetto dei Cigni, con l’accompagnamento musicale di Cristian Mondini, cantautore della vicina Brandico. Sabato, dalle 18 in poi, ci si sposta invece nella centrale piazza Paolo VI tra battitori del ferro, street food e i vini della strada del vino e dei sapori «Colli dei longobardi». Chiusura domenica nella palestra comunale: dalle 14 spazio ai giochi di una volta, dalla tradizione popolare. A seguire, invece, lo spettacolo teatrale «Tiritera del Tananai».
«Pestöm – chiosa il sindaco – è un cibo, ma un cibo dell’anima. È materia viva, l’ingrediente che tradizioni, sapienza e scorrere del tempo hanno trasformato in mille declinazioni diverse. Per questo uniamo enogastronomia ad arte, scuole e tradizioni: le possibili declinazioni sono infinite e vogliamo esplorarle, con il passare degli anni e il radicarsi del nostro festival».
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