Barone Pizzini riscopre il vitigno del '500 e presenta «Tesi 1»
In attesa di poter degustare l'Erbamat nei Franciacorta Dogc di prossima generazione, ecco in anteprima il frutto del lungo studio di Barone Pizzini: nasce «Tesi 1», una nuovissima creazione scaturita dalla volontà di riscoprire l'antico vitigno di cui si ha segnalazione già nel lontano 1550 nell'opera «Venti giornate della vera agricoltura» di Agostino Gallo, ma che invece solo da pochi anni è tornato al centro dell'attenzione con coltivazioni sperimentali.
Prima cantina a produrre un Franciacorta biologico, Barone Pizzini ricorda quest'anno «un percorso di vent'anni - ci tiene a precisare il general manager Silvano Brescianini, anche vicepresidente del consorzio Franciacorta - caratterizzato da molti progetti in ambito agronomico ed enologico iniziati nel 1998 con la viticoltura biologica; Tesi è uno dei risultati concreti di questa ricerca volta ad ottenere la massima espressione del territorio, nel segno del rispetto e della sostenibilità».
«Tesi 1» è un Metodo Classico il cui uvaggio è composto da Erbamat per il 60%, Chardonnay (20%) e Pinot Nero (20%), ha un colore giallo paglierino, al naso emergono note foreali e in bocca risulta agrumato, sapido e dalla spiccata mineralità, l'affinamento sui lieviti è di almeno 60 mesi e ne sono state prodotte 6.000 bottiglie di cui solo 4.000 destinate al commercio e le restanti 2000 conservate per studiarne e valutarne l'evoluzione negli anni a seguire.
Tesi è una prima interpretazione per iniziare a capire e conoscere nel dettaglio l'Erbamat, un vitigno bianco a maturazione molto tardiva, con buccia sottile ma anche un grande carattere. Il progetto di recupero di questo vitigno avviato in Franciacorta si è concluso con la modifi9ca del disciplinare che consentirà, a partire dalla vendemmia 2017, di utilizzarne nei Franciacorta fno a un massimo del 10%.
«Con molta emozione presentiamo il risultato di questo lavoro, per un vitigno che, è si tanto antico, ma ancora molto da scoprire - racconta Brescianini -. Si tratta della prima
importante sperimentazione, da qui il nome «Tesi 1», in cui abbiamo voluto inserire l'Erbamat al 60%, ma il progetto è ancora in divenire, infatti proseguiamo nella ricerca del vitigno in altre due cuvèe, «Tesi 2» e «Tesi 3» che conterranno lo stesso uvaggio ma con assemblaggi diversi al fine di comprendere il potenziale dell'Erbamat, ma anche capirne la predisposizione in abbinamento ad altre tipologie di uva. La coltivazione di questo antico vitigno bresciano è particolarmente impegnativa e delicata, ma non potevamo ignorare un pezzo della storia della Franciacorta perciò siamo tutti molto orgogliosi di averlo recuperato e rilanciato».
Le tre Tesi, Barone Pizzini ha pensato di rappresentarle graficamente con le tre sfere degli studi di ottica di Leonardo da Vinci, a cui ci si è ispirati per la realizzazione dell'etichetta.
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