Cucina

Anguria nera, un'eccellenza italiana mai così dolce

Un alimento fresco ed energetico che si presta a molti utilizzi in cucina, pure per un inusuale passaggio sul barbecue
Un'anguria nera
Un'anguria nera
AA

Anche una fugace capatina dal fruttivendolo fornisce l'evidente disastro che la siccità di questi mesi ha provocato. Soffrono tutte le insalate verdi, soffrono peperoni e pomodori e persino zucche e zucchine chiedono l'acqua che non c'è. In tanto devastato panorama, con pesanti riscontri sui prezzi, ci sono però frutti e verdure che paiono aver beneficiato pure del gran caldo, come talune varietà di pasche e meloni (ne riperleremo presto) e soprattutto le angurie che mai come quest'anno sono zuccherine poichè hanno visto concentrata la loro essenza zuccherina.

Ed agosto è il mese migliore per gustarsene qualche fetta freschissima per lenire la calura insopportabile di queste giornate, magari cercando d'acquistare varietà meno note e che possono vantare caratteristiche peculiari molto piacevoli.

E' il caso proprio delle angurie nere, di diverse tipologie, in più d'un caso eccellenze tutte italiane, che forse mai come in queste settimane vale la pena di inserire copiosamente nella dispensa di Stagioni in tavol@ sfruttandone appieno la sorprendente duttilità in cucina, dove possono far da ingrediente non solo al dessert, ma pure in antipasti e contorni.

Il parere dell'esperto

Sono più d'una le varietà che possono genericamente rientrare nel termine angurie nere, praticamente tutte caratterizzate da una forma sferica, una dimensione media che va solitamente da un peso da 3 a 5 chili, con la buccia d'un verde scurissimo che in più d'un caso diviene proprio nero.

Si coltivano prtaicamente in ogni regione d'Italia, dalla Sicilia alla Lombardia con produzioni che quest'anno sono cominciate già, con esemplari di qualità, a maggio (quando invece solitamente la fine della primavera rimaneva appannaggio degli arrivi dall'Africa) e proseguiranno ad essere disponibili fino a tutto settembre.

E tra le molte varietà di questa tipologia, ci concentriamo oggi sulle due che più di altre mostrano peculiarità uniche, che il mercato sta mostrando di apprezzare e che sono entrate con forza anche nei canali della grande distribuzione rendendole così facilmente reperibili.

La prima è la Perla Nera, un'anguria che si caratterizza per l'alta presenza di fruttosio, che insieme a saccarosio e glucosio ne costituisce la componente zuccherina, con pochi semi bianchi che aumentano la compattezza della polpa. Un'anguria dunque straordinariamente dolce e croccante che anche per le limitate dimensioni si presta all'utilizzo famigliare.

Una seconda varietà, la più recente arrivata sul mercato è la Dolce Passione, un'anguria nera frutto di quasi un decennio di ricerca italiana del settore, che è arrivata a produrre in discreta quantità un frutto di medie dimensioni, privo di semi e con un altissimo grado Brix (la misura scientifica degli zuccheri) spesso vicino a 15 e più,  sempre superiore a 12, ovvero una suadenza davvero fuori dall'ordinario.

Due eccellenze italiane che si apprezzano anche per il mantenimentio di tutte le altre caratteristiche nutrizionali ed energetiche delle generiche angurie che ci è capitato di sottolineare in altre occasioni, come l'altissima percentuale di acqua (circa il 95%) nonchè la dote generosa di vitamine, sali minerali e licopene che si traducono in vantaggi evidenti per la depurazione delì'organismo, la riduzione del colesterolo e la salute del sistema cardiocircolatorio in primis.

Molto si discute invece in ambito scientifico sulla controndicazione dell'alta concentrazione di zuccheri per alcuni soggetti sensibili, in particolare i diabetici. Nessuno ovviamente si spinge a consigliare a chi ha problemi con l'insulina un consumo abbondante di anguria, ma più d'uno fa notare che tra gli zuccheri del cocomero è prevalente il fruttosio e non il deleterio glucosio, così come la bassa percentuale di carboidrati, altro elemento potenzialmente dannoso per i diabetici. 

Ragionando così sull'indubbia quota elevata del cosiddetto "indice glicemico" contrapposto ad un sostanzialmente basso "peso glicemico" non manca chi con buonsenso arriva a sostenere che in fondo una fetta d'anguria può dare tranquiillamente refrigerio pure ad un diabetico.

LA RICETTA. Scontata la fresca fetta d'anguria come toccasana d'un leggero fine pasto estivo, non meno diffuso l'utilizzo in macedonie e insalate di frutta e verdura (e pure crostacei), in quest'estate così ricca di buoni cocomeri può valere la pena anche esplorare altri percorsi di gusto per questo dolcissimo frutto, magari sul versante salato.

Un'idea potrebbe essere di insirire le fette di anguria anche nella proposta realizzata al barbecue, rito sempre più amato anche dagli italiani, cucinando le fette di rosso cocomero al calore delle braci e poi servendole con il concorso di formaggio e condite con sale, pepe ed un filo d'olio extravergine leggero e fruttato (Ligure o Gardesano il migliore).

Mettete dunque la vostra anguria nera, perfettamente matura e soda, in frigorifero per almeno un paio d'ore, meglio se tutta la notte. Al momento di porla sul barbecue, dove la brace dovrà essere ormai tranquilla e senza fiamma, tagliatela a fette alte 3/4 centimetri facendone 4 o 6 spicchi per ogni fetta.

Ora mettetele sul barbecue non lontano dalla brace per una cottura rapida, di circa un minuto, un minuto e mezzo per lato. Quindi ponete le fette su un piatto da portata e conditele con sale, pepe e un filo d'olio, magari aggiungendo un formaggionon stagionato (ottimo il Primosale, la Mozzarella, la Feta ma pure un caprino giovanissimo) e qualche foglia di basilico o di menta. Una proposta inusale dove la suadenza dell'angusia si sposa perfettamente al grasso stuzzicante del formaggio e alla punta saporita delle erbe aromatiche.   

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato