«Alessandro Borghese 4 ristoranti»: com’è andata La Cascina dei sapori
«Vincerò perché nessuno si aspetterà di mangiare la miglior pizza contemporanea a Brescia». Questa frase è stato l’esordio di Antonio Pappalardo patron pluripremiato (13esimo posto nella classifica 50 Top Pizza Italia 2024, 3 spicchi Gambero Rosso nel 2024 e 32esimo posto nella 50 Top Pizza World 2024), della Cascina dei Sapori di Rezzato, nella prima delle tre puntate speciali in occasione dei 10 anni del programma «Alessandro Borghese 4 ristoranti», dedicata eccezionalmente alle migliori pizze contemporanee italiane, andata in onda su Sky domenica sera.
In realtà Pappalardo non ha vinto: è arrivato terzo, con uno scarto di stretta misura, penalizzato forse dal fatto che la sua era l’ultima tappa del percorso. «Sono molto soddisfatto perché è stata un’esperienza arricchente, dal taglio molto tecnico, che sono sicuro porterà nuove opportunità per la mia attività».
Quando tutto è cominciato
Le riprese si erano svolte lo scorso ottobre, suscitando sin da subito la curiosità della comunità rezzatese, ma anche di quella bresciana. Proprio in città, in piazza Loggia è poi avvenuta la premiazione. Per tutta la giornata in molti avevano atteso Borghese per un autografo e una foto. «Dopo alcuni dubbi iniziali, quando Borghese mi ha proposto di partecipare al programma -racconta Pappalardo – ho accettato l’invito e naturalmente la sfida che ci ha visti per una settimana insieme agli altri tre partecipanti: Davide Ruotolo (pizzeria Palazzo Petrucci di Napoli, Ciccio Vitiello ( Cambia-Menti) di San Leucio Caserta (vincitore della puntata) e Francesco Pompetti (Impastatori Pompetti) di Roseto degli Abruzzi».
La struttura del programma ha mantenuto fede a quella di «Alessandro Borghese 4 ristoranti» conosciuta al grande pubblico, a renderla speciale proprio l’incursione nel mondo della pizza. Per fare ciò si sono scelti, fra oltre 200 locali italiani da nord a sud, quelli più premiati dalla critica. A quel punto, ogni partecipante ha aperto le porte del proprio locale, proponendo i menu da sottoporre al giudizio incrociato, rispettando gli ormai famosi criteri di valutazione: location, menu, servizio e rapporto qualità-prezzo.
Le interpretazioni
Il piatto forte è stata naturalmente la pizza, in diverse interpretazioni, con lo «special» rappresentato dalla classicissima margherita, affiancata da un antipasto e per chiudere il dolce. Per Antonio focus su impasti alternativi e ingredienti di alta qualità, che riflettono la sua ricerca innovativa, fattori che gli hanno permesso di entrare nell’Olimpo delle migliori pizzerie del pianeta. Alla Cascina, Borghese ha scelto la pizza con anguilla laccata, cavolo cappuccio e cachi, un crocchè di patate e da ultimo la tarte tatin con gelato allo zafferano di Pozzolengo. «Ognuno ha attuato la propria strategia, era un gioco e abbiamo giocato – commenta alla fine Antonio – io sono stato corretto e coerente, puntando sempre su un taglio tecnico. La sfida ci ha permesso di apprezzarci, tanto che abbiamo deciso di organizzare evento a otto mani».
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