Cucina

Albicocca, il frutto dolce e virtuoso della piena estate

Buona e salutare, si fa apprezzate sia per il ricco patrimonio di betacarotene e vitamine, sia per l'eccellente presenza di potassio
L'albicocco fa bella mostra di sè in tanti orti
L'albicocco fa bella mostra di sè in tanti orti
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Verde per l'ingente fogliame fino ad un mese fa e ora giallo per il carico sovrabbondante di frutti: è l'albicocco che fa bella mostra di sè in tanti orti, campi e frutteti bresciani e che, grazie alla maurazione scalare, non mancherà di farci dono di drupe dolci e succose per tante settimane ancora.

E' uno dei segni più evidenti dell'estate piena alle nostre latitudini, insieme all'imbiondire delle messi e alla comparsa delle prime pannocchie di granturco, Doveroso dunque farlo entrare nella dispensa di Stagioni in tavol@, anche perchè si tratta d'un frutto pieno di virtù e con una storia che merita d'essere raccontata. A cominciare dalla sua origine e persino dal suo nome..

Da noi è arrivato infatti circa 2.000 anni fa, sull'onda lunga delle conquiste di Alessandro Magno, e i Romani lo chiamarono "mela armeniaca", perchè erano convinti che arrivasse dall'Armenia. Oggi sappiamo invece che tutto ebbe inizio molto prima e molto più a Oriente, con ogni probabilità tra Cina settentrionale e Persia.

Ma quell'Armenia senza fondamento non è andata perduta, anzi è rimasta tanto nella definizione scientifica impostale da Linneo, Prunus armeniaca, quanto in quell'armellina che qualifica il seme. ma ancor di più nel nome ricorrente del frutto in gran parte dei dialetti italiani, a cominciare dal nostro brescianissimo "ambrognaga".

Il termine albicocca ha invece la sua radice nall'arabo  "al-barquq", perchè furono proprio gli arabi a reintrodurla in Italia e in buona parte dell'Europa mediterranea nel X secolo, consolidandone la presenza dopo che di questa colrivazione si era praticamente persa memoria.

Nomi e origini a parte, oggi sono i Paesi del bacino del Mediterraneo a coltivarne più della metà della produzione mondiale, con l'Italia in buona posizione con alcune varietà davvero pregiate curate nei frutteti di Sicilia, Campania, Emilia Romagna e Basilicata.

IL PARERE DELL'ESPERTO.  Sono davvero moltissime le proprietà benefiche dell'albicocca che la fanno apprezzare ben oltre la dolcezza della sua polpa e del suo succo, al punto da consigliarne il consumo per tutto l'arco dell'estate.

Ricca di zucchero e peptina (una fibra di facile soluzione per il nostro organismo), vanta infatti un patrimonio assai prezioso di vitamine, in particolare C, B1, B2 e B3, così come è consistente la presenza di betacorotene (vitamina A) e di acido folico. Non disprezzabile inoltre l'apporto di sali inerali quali ferro, magnesio, calcio e soprattutto potassio, dal potente effetto drenante, del quale l'albicocca è ricca come pochi altri frutti. Innumerevoli i vantaggi per il nostro organismo a cominciare dal placare velocemente l'appetito e dal proteggere la pelle dai raggi del sole.

Tra le altre virtù va considerato l'ausilio al controllo della glicemia, grazie all'effetto garantito da un particolare acido (Aba), la prevenzione dei problemi della vista grazie ai carotenoidi, segnalati dal colore arancio intenso del frutto, mentre il potassio è un alleato straordinario contro la ritenzione idrica e la peptina è un blando lassativo che contribuisce a regolarizzare l'attività dell'intestino.

LA RICETTA. Questo è certamente il miglior periodo per consumare le albicocche fresche, da sole o in macedonia così da garantirsi l'integrità di tutti gli elementi distintii di questo frutto. Ma la grande disponibilità, insieme alla difficile conservazione in frigoifero, o peggio, in freezer, suggeriscono pure di farne confettura o mantenerle sotto spirito, nonchè sciropparle o essiccarle. E val la pena di ricordare che la celeberrima Sachertorte, nella sua versione canonica, è farcita proprio da una marmellata di albicocche.

Tra le preparazioni cotte ci piace però segnalare anche quella delle albicocche al forno farcite al mascarpone, una ricetta semplice quanto inusuale e di grande soddisfazione. Prendete innanzitutto albicocche mature ma sode, lavatele con attenzione e dividetele a metà privandole del nocciolo; quindi cospargete l'incavo di burro e zucchero preferibilmente di canna e mettetele ben distanziate l'una dall'altra su una teglia perima di infornarle a 160 °C per 7/10 minuti.

Nel frattempo, in una terrina, mischiate con una frusta la medesima quantità di mascarpone e di ricotta nonché una buona dose di miele, magari di zagare o di più saporito castagno. Togliete la teglia dal forno e farcite le alcicocche con il vostro mix caseario. A questo punto avete due possibilità: servire le albicocche raffreddate per un dessert semplice, magari cospargendo il tutto di briciole di biscotto, oppure sottoporle ad una leggera gratinatura ancora in forno per pochi minuti a 200 °C per un tocco più esclusivo.        

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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