«Yes, we care», il festival per celebrare la casa di cura Domus Salutis

Sara Polotti
Lo organizza la Fondazione Teresa Camplani con Fondazione Soldano: dall’11 al 15 giugno appuntamenti musicali, teatrali e letterari a Brescia, Mantova e Cremona
Fondazione Camplani: "Yes we care"
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«Yes, we care». «Noi ci teniamo». Ma anche: «Noi curiamo». Si intitola così il festival organizzato da Fondazione Teresa Camplani con Fondazione Soldano per celebrare la missione di sostegno e supporto che da 40 anni la casa di cura Domus Salutis persegue. L’evento – in cui confluiscono appuntamenti musicali, teatrali e letterari – si terrà dall’11 al 15 giugno 2024, diffuso sulle tre città in cui la fondazione opera, ovvero Brescia, Mantova e Cremona (a Domus Salutis si aggiungono infatti la Nuova Genesi di Brescia, le Ancelle della Carità di Cremona e la casa di cura San Clemente di Mantova).

A Brescia il programma verrà inaugurato martedì 11 giugno da un concerto-lettura del Maestro Daniele Alberti: al Teatro Sociale si esibirà in «Yes, we care», con una selezione di brani di Galuppi, Chopin, Mozart, Bach-Siloti e Soldano per raccontare il carisma di cura delle Ancelle della Carità. Lo accompagneranno le parole lette dall’attore Alessandro Quattro. L’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria (informazioni qui e qui).

Giovedì 13 giugno sarà invece la Casa di Cura delle Ancelle della Carità di Cremona a ospitare un evento: la «Giornata del neo-inserito» sarà riservata al personale della residenza sanitaria, che alle 18 ci si sposterà al Duomo di Cremona per la messa aperta a tutti presieduta da Mons. Antonio Apolioni.

Vittorino Andreoli sarà a Mantova venerdì 14 giugno, presso Palazzo Ducale, con la conferenza «La fragilità come forza dell’umano», mentre sabato 15 giugno i Giardini della Domus Salutis saranno teatro dell’evento di chiusura, di nuovo riservato al personale di Fondazione Teresa Camplani: Lucilla Giagnoni interpreterà «La parola che cura», da lei scritta, una meditazione narrata e cantata con musiche di Paolo Pizzimenti.

Una presenza accompagnerà tutti gli incontri: l’artista Alessandro Rizzi, che lavora tra l’Italia e il Medio Oriente, ha ideato un’installazione in resina, legno e ferro, lavorando le firme dei dipendenti della fondazione.

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