CronacaBassa

«Viva la vida»: la lotta contro il cancro non si affronta da soli

Giulia Bonardi
Il gruppo di mutuo aiuto si riunisce ogni 15 giorni a Montichiari. A fondarlo Antonella Pennacchio: «Non si deve mai mollare»
Le fondatrici del gruppo di auto mutuo aiuto: Antonella Pennacchio (dx) e Roberta Chiari - © www.giornaledibrescia.it
Le fondatrici del gruppo di auto mutuo aiuto: Antonella Pennacchio (dx) e Roberta Chiari - © www.giornaledibrescia.it
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Si chiama «Viva la vida» e celebra l’ascolto reciproco e la condivisione tra coloro che lottano contro un nemico comune: il cancro. È un gruppo di auto mutuo aiuto per malati oncologici, nato di recente a Montichiari e sorto per volontà di Antonella Pennacchio, 52enne che sa, per esperienza diretta, le difficoltà fisiche, psicologiche e anche burocratiche legate alle malattia. Lei ha trovato la spalla di Roberta Chiari (ex consigliera comunale e ora segretaria del Comitato civico Montichiari che siede ai banchi dell’opposizione). Si sono poi rivolte all’associazione Ama (Auto mutuo aiuto) e così è nato «Viva la vida» che si riunisce ogni 15 giorni al Centro giovanile: il prossimo incontro sarà il 3 febbraio, alle 15, ed è aperto a tutti coloro che sentono il bisogno di confronto e conforto nell’unica guerra giusta, quella per la vita.

Il nome l’ha scelto Antonella: «Mi ha ispirata la canzone dei Coldplay: per me è un inno per incitare le persone malate di tumore a non mollare» spiega.

Dolore devastante

«Fino a due anni fa conducevo una vita normale, tra famiglia, lavoro e amici - racconta -. Già 20 anni fa avevo affrontato un tumore alla gola, ma non avrei mai immaginato che sarebbe tornato in una forma ancora più devastante... Poi, due anni fa, è tornato sconvolgendo la mia vita. Le possibilità di sopravvivenza erano minime e il percorso che mi aspettava era terribilmente complicato». E ancora: «Mi sono ritrovata con una peg per nutrirmi e una tracheo per respirare - prosegue -. Ci sono stati momenti in cui pensavo di non farcela. Il dolore fisico era estremo, ma quello psicologico era ancora più devastante. Ho perso il lavoro, alcune amicizie e la mia vita è stata completamente stravolta. Mi sentivo sola, nonostante l’amore della mia famiglia e di pochi amici sinceri. Nonostante tutto, sono ancora qui. Ho capito che mollare non era un’opzione. Mio marito, i miei figli e alcuni amici mi hanno sostenuta. Il mio desiderio di non arrendermi mi ha spinta a rialzarmi: oggi, a due anni da quella diagnosi, sono ancora qui, più forte di prima. La mia vita è cambiata, ma ho imparato ad affrontarla giorno per giorno. Se c’è una cosa che voglio dire a chiunque stia affrontando una sfida simile è questa: non mollate. Anche nei momenti più bui, c’è sempre una scintilla di forza dentro di noi che può farci andare avanti».

Condivisione

«Il nostro gruppo - commenta Roberta Chiari - si propone di accogliere non solo coloro che affrontano un tumore, ma anche chi vive altre patologie e desidera condividere le proprie esperienze, creando uno spazio di sostegno. Antonella, nella sua battaglia, ha dovuto confrontarsi non solo con la malattia, ma anche con le complessità burocratiche della sanità, un fattore che ha amplificato il suo malessere. Grazie all’associazione Ama siamo riuscite ad accogliere una decina di persone che stanno o hanno vissuto esperienze simili. Accoglienza, ascolto, solidarietà e un grande sorriso: gli obiettivi».

Per informazioni scrivere ad amabrescia@gmail.com oppure ad antonella.pennacchio072@gmail.com

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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