La visita mancata a Brescia, sogno che non si realizzò

Era un sogno nel quale si è creduto (e sperato) a lungo. «La visita a Brescia nel segno di Paolo VI è un desiderio che Papa Francesco ha espresso più volte». Così era stato detto dal Vaticano, confermando che l’ipotesi fosse allo studio. La lettera d’invito era stata firmata dai vescovi di Brescia e Bergamo (mons. Pierantonio Tremolada e il bresciano mons. Francesco Beschi) e dai sindaci Emilio Del Bono e Giorgio Gori.
Il 2023 pareva l’anno perfetto: Brescia e Bergamo sarebbero state Capitale italiana della cultura, e questo è il fronte laico, su quello religioso, nel 2023 le città avrebbero inoltre celebrato due anniversari; nel 1963 ci fu la morte di Giovanni XXIII e l’elezione del successore Paolo VI, i due Papi dello storico Concilio Vaticano II. Papa Francesco sarebbe arrivato per una giornata durante la quale avrebbe visitato sia Brescia che Bergamo. La questione era stata sottoposta all’attenzione di Papa Bergoglio, si trattava di inserire il viaggio nella fittissima agenda del Pontefice, conciliando anche le molte richieste.
«Papa Francesco – avevano spiegato dal Vaticano –, incontrando alcuni bresciani il giorno della canonizzazione in piazza San Pietro, aveva già parlato di una possibile visita nella terra natale di Giovanni Battista Montini». Ma poi gli anni erano passati e quella sua volontà non è mai riuscita a concretizzarsi. Venendo a Brescia Papa Francesco avrebbe seguito i passi dei suoi predecessori, Giovanni Paolo II venne a Brescia il 26 settembre 1982 per inaugurare la sede dell’Istituto Paolo VI in città, e il 20 settembre 1998 per proclamare beato Giuseppe Tovini. Benedetto XVI arrivò invece l’8 novembre 2009 per inaugurare la nuova sede dell’Istituto Paolo VI a Concesio.
La speranza che la visita potessi concretizzarsi poggiava anche su un dato di fatto: tra gli ispiratori di Bergoglio c’è sempre stato il suo predecessore bresciano. Papa Francesco lo ha detto più volte: la Chiesa in uscita, la Chiesa sinodale, cioè quella del camminare insieme, la Chiesa che scruta i segni dei tempi, più compagna di viaggio che fredda precettrice. «Papa Francesco – ci aveva detto il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi, durante la messa a Concesio in occasione del 125° anniversario della nascita di Montini – conosce a memoria l’esortazione apostolica Evangeli nuntiandi di Paolo VI, basta leggere l’Evangelii gaudium per rendersene conto».
Poi però le condizioni di salute di Papa Francesco iniziarono a peggiorare, il numero di viaggi ridotto. E così svanì definitivamente il sogno. Furono i bresciani e i bergamaschi ad andare da Bergoglio il 3 giugno 2023. Da Francesco era arrivato un richiamo forte ad amare le proprie radici, a riscoprirle, a trarne linfa vitale. Il Pontefice argentino, parlando dei suoi predecessori, aveva sottolineato che «Dio non fa santi in laboratorio, dalle vostre radici viene il succo per andare avanti, per crescere, e anche per dare una storia e un senso della vita ai vostri figli e ai vostri nipoti». E ancora: «Amate le vostre radici, non staccate l’albero dalle radici: non darà frutto. Un invito che ora diventa un impegno nel suo ricordo.
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