Violenza su anziani e disabili, la ricerca dell’Università Cattolica

Paola Gregorio
I dati dell’Oms aggiornati al 2022 dicono che una persona anziana su sei ogni anno sperimenta una qualche forma di violenza
Spesso la violenza su anziani e disabili non viene percepita © www.giornaledibrescia.it
Spesso la violenza su anziani e disabili non viene percepita © www.giornaledibrescia.it
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Un fenomeno sottostimato, ma molto presente che avviene principalmente in famiglia ed è difficile da riconoscere perché frequentemente non c’è consapevolezza della violenza subita da parte delle vittime: anziani, molti non autosufficienti, e disabili. Non solo. Spesso le assistenti sociali faticano a riconoscerlo per la mancanza di strumenti adeguati, protocolli o percorsi strutturati per intervenire, come avviene ad esempio per la violenza di genere.

Un quadro che emerge dalla ricerca sul tema della violenza contro gli adulti e anziani fragili nel Bresciano e su come viene affrontato dai servizi sociali curata da Elena Cabiati e Francesca Corradini del Centro di ricerca Relational Social Work della Cattolica, presentato nella sede dell’ateneo, in via Garzetta.

I dati

Una ricerca unica in Italia, perché si tratta di un tema poco esplorato sebbene il fenomeno sia rilevante: i dati dell’Oms aggiornati al 2022 dicono che una persona anziana su sei ogni anno sperimenta una qualche forma di violenza e che le persone adulte con disabilità, specialmente con disabilità intellettiva, hanno maggiori probabilità delle altre di subire atti di violenza. Ciò nonostante in Italia non si dispone di dati e, a differenza di altri Paesi europei, non esiste una normativa specifica né servizi di protezione appositamente dedicati e questo elemento incide sull’operato dei servizi sociali e sociosanitari.

Alla ricerca hanno partecipato 55 assistenti sociali o coordinatori dei servizio della città e della provincia, di sette ambiti territoriali e centosette enti locali. Circa il 70% delle intervistate ha ritenuto il tema molto presente e rilevante, il 20% poco rilevante rispetto ad altre situazioni di cui si occupano.

In famiglia

«Nella maggior parte dei casi la violenza avviene all’interno della famiglia – spiega la Corradini – da parte di figli adulti e partner con problemi di dipendenza, alcolismo, salute mentale ed è sia fisica che psicologica, economica, sessuale, legata a truffe o raggiri e trascuratezza. Spesso si tratta di persone in difficoltà che si occupano di persone fragili. Ci sono infatti situazioni in cui il caregiver familiare è sopraffatto dallo stress e dalla fatica al punto da perdere la pazienza e aggredire fisicamente o verbalmente la persona che accudisce».

Le situazioni di violenza sono più frequenti di quanto appaia, la maggior parte delle intervistate l’ha incontrata, ma restano nascoste. Le segnalazioni o la richiesta di intervento arrivano soprattutto da parenti o amici, ma anche dalle forze dell’ordine e dagli ospedali. «Bisogna cominciare a parlare di questo tema – sottolinea la Corradini –. Sarebbe necessario un percorso di protezione e una normativa dedicata, oltre che ascoltare i caregiver, a loro volta spesso bisognosi di supporto, assieme alle vittime di violenza». E sul fronte delle normative come siamo messi? «Le norme contro i maltrattamenti in famiglia e le situazioni di abbandono ci sono – risponde l’avvocato Simona Ardesi, che insegna Diritto di famiglia alla Cattolica –. Ma il problema è anche la mancanza di risorse, per dare concretezza ai principi». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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