Violenza di genere, gli eventi e il punto prima del 25 novembre
In vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che è fissata il 25 novembre, l’assessorato alle Pari opportunità, in collaborazione con i centri antiviolenza Butterfly e Casa delle donne Cad, ha definito un ricco calendario di eventi e iniziative, frutto di un lungo lavoro di confronto e collaborazione con le realtà del territorio. «Ricordiamo, però – sottolinea la presidente della Commissione alle Pari opportunità della Loggia, Mariasole Bannò –, che gli investimenti sul contrasto alla violenza di genere devono andare di pari passo con quelli per la prevenzione e lotta agli stereotipi».
Il momento di mobilitazione collettiva
Tra le iniziative in calendario in vista del 25 novembre c’è, sabato 23 novembre alle 16.30 in via X Giornate, un momento di mobilitazione collettiva, che vedrà intervenire anche la consigliera delegata alle Pari opportunità dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, Ester Castano. «Quest’anno abbiamo coinvolto attivamente anche i giovani e i giovanissimi – spiega l’assessora alle Pari opportunità, Anna Frattini –: gli studenti del secondo e terzo anno della scuola di grafica dell’Accademia di Belle Arti Santa Giulia e le bambine e i bambini della scuola dell’infanzia Rebuffone».
I dati della violenza
I dati resi noti dai due centri di violenza cittadini, Casa delle donne e Butterfly, dimostrano come il lavoro da fare a tutto tondo sia ancora parecchio. «Nel 2024 il numero delle donne accolte da noi è in linea con quello del 2023 – spiega Maria Grazia Ruberto, vicepresidente della Casa delle donne Cad Brescia –. I contatti sono stati 203 e le prese in carico 164».
Ma c’è un dato nuovo, che obbliga a riflettere: Ruberto ha osservato come «al contrario degli anni precedenti, nel 2024 è aumentato il numero di donne italiane che si sono rivolte al nostro centro: fino a oggi sono state 127 a fronte di 67 straniere. Nel complesso quelle con figli minori a carico sono 90 e questo aspetto rende ben più complesso il percorso di accoglienza nelle case rifugio e di avviamento verso l’autonomia».
Sensibilizzazione e accoglienza
Oltre a entrare nelle scuole per fare educazione e sensibilizzazione, le operatrici di Casa delle donne sono ora chiamate anche in diverse aziende per sensibilizzare. Il Cad dispone oggi di 7 alloggi adibiti come case rifugio e ad agosto Aler ha ceduto 3 suoi appartamenti per l’ospitalità delle donne ormai autonome.
«Purtroppo, però, queste case hanno bisogno di molta manutenzione e per noi è un aggravio di lavoro enorme – sottolinea Ruberto –. A ciò si aggiunge il fatto che a queste donne vengono offerti quasi solo lavori precari: ciò comporta che, finché è Casa delle donne o Aler a dare alloggio, tutto va bene ma il giorno in cui dovranno davvero camminare in autonomia faranno fatica a trovarne uno da altri privati».
Moira Ottelli, legale rappresentante di Butterfly, conferma che «il trend è quello dell’anno scorso ma, al contrario delle colleghe del Cad, noi abbiamo riscontrato una diminuzione di richieste da parte di donne italiane e un aumento delle non autoctone». Al servizio h24 gestito da Butterfly si rivolgono in media 101 donne al mese. 38 hanno chiesto il collocamento in strutture protette e, di queste, 32 hanno con sé figli minori. «Non va trascurato il fatto che parliamo quasi sempre di donne che necessitano di una presa in carico psichiatrica dovuta all’esposizione prolungata alla violenza – ha sottolineato Ottelli –. A volte ci è impossibile accoglierle, perché non possiamo gestirle all’interno di un contesto come la casa rifugio per diversi motivi, tra cui la tendenza all’autolesionismo».
Un altro aspetto «di cui specialmente nel Bresciano non si parla ancora abbastanza – ha aggiunto l’avvocata – è legato alle ragazze costrette al matrimonio forzato: sono tante, tra i 18 e i 21 anni, e anche loro affrontano problemi immani e a volte tentano il suicidio non una ma più volte».
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