Violento frontale tra auto a Lavenone, due feriti

Ubaldo Vallini
Il più grave è stato trasferito in eliambulanza all’ospedale Civile di Brescia
  • I mezzi coinvolti nel frontale a Lavenone
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    I mezzi coinvolti nel frontale a Lavenone
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Violentissimo incidente quello avvenuto poco prima delle 20.30 a Lavenone, lungo la 237 del Caffaro. Due i feriti ricoverati in codice rosso, uno con l’eliambulanza al Civile in volo notturno, l’altro alla Poliambulanza con l’autolettiga dei volontari di Vestone.

Secondo una prima ricostruzione, ad innescare lo scontro sarebbe stato il conducente trentenne di una Fiat Panda residente a Pertica Bassa: poco dopo l’abitato di Lavenone, mentre viaggiava in direzione di Vestone, nell’affrontare una curva che gira a destra, avrebbe invaso l’opposta corsia di marcia. Dalla parte opposta, proprio in quel momento, stava sopraggiungendo la Ford Fiesta condotta da un 54enne di Casto, che nulla ha potuto fare per evitare l’impatto, frontale. Sarebbe quest’ultimo il ferito più grave, anche se entrambi erano coscienti e non sarebbero in pericolo di vita. A preoccupare sono le probabili lesioni interne dovute alla violenza dell’impatto. Le operazioni di soccorso, i rilievi, lo sgombero dei mezzi coinvolti e la pulizia della sede stradale, hanno provocato la chiusura totale della Provinciale per quasi due ore.

Sul posto sono intervenuti anche l’equipaggio dell’auto infermierizzata da Nozza e quello di un’ambulanza di Pronto Emergenza da Odolo, per il rendez-vous col mezzo aereo.

L’esatta dinamica è al vaglio dei Carabinieri, intervenuti sul posto da Idro per i rilievi, mentre ai Vigili del fuoco salodiani è toccato mettere in sicurezza i mezzi coinvolti e stendere materiale assorbente sull’asfalto abbondantemente ricoperto d’olio.

Nel frattempo si sono formate code in entrambi i sensi di marcia: impossibile risalire o scendere la valle per i mezzi pesanti, mentre molti automobilisti hanno provato a bypassare l’ostacolo transitando lungo la vecchia e stretta «Via del tram», che scorre sotto l’abitato di Lavenone, restando presto a loro volta imbottigliati.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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