Via Crucis, riflettori sul carcere: «Non dimenticare chi ha sbagliato»
«È bastato un giorno per passare da una vita irreprensibile a compiere un gesto che è stato per me la morte: ho tolto la vita ad una persona». E ancora: «Non mi ero accorto che il male lentamente cresceva dentro di me. Finché una sera è scoccata la mia ora delle tenebre: in un attimo, come una valanga, mi si sono scatenate contro tutte le memorie delle ingiustizie subite in vita». Ed ecco allora che «la rabbia ha assassinato la gentilezza, ho commesso un male immensamente più grande di tutti quelli che ho ricevuto».
Meditazioni
Sono alcuni dei passaggi della riflessione scritta da un detenuto di Canton Mombello, una delle meditazioni che hanno accompagnato le stazioni della Via Crucis organizzata dalla parrocchia di Sant’Afra in città: il Venerdì santo è stata così l’occasione per accendere, una volta in più, i riflettori sulla situazione del carcere di Canton Mombello, una struttura obsoleta e inadeguata, tra le più sovraffollate d’Italia.
La Via Crucis e il penitenziario cittadino sono stati anche i protagonisti di Messi a fuoco, il programma di Teletutto dedicato all’attualità condotto da Andrea Cittadini. Le meditazioni della Via Crucis sono state curate dalla cappellania della Casa circondariale Nerio Fischione di Brescia e dai volontari in carcere del Vol.ca. Quattordici persone hanno meditato sulla Passione di Gesù Cristo rendendola attuale nelle loro esistenze. Tra loro un volontario, un agente di Polizia penitenziaria, un detenuto.
«I testi, sono stati scritti in prima persona, ma si è scelto di non mettere il nome – ha raccontato don Stefano Fontana, cappellano di Canton Mombello che ha guidato la Via Crucis –: chi ha partecipato a questa meditazione ha voluto prestare la sua voce a tutti coloro che, nel mondo, condividono la stessa condizione. Nel silenzio delle prigioni, la voce di uno desidera diventare la voce di tutti».
Nuova struttura
Protagonisti della puntata anche il senatore del Pd Alfredo Bazoli e Antonio Fellone, segretario provinciale del Sinappe. Canton Mombello è una struttura ottocentesca che ospita 370 detenuti a fronte di una capienza di 220 posti; da decenni si parla di un nuovo carcere a Brescia. Fellone ha dichiarato che il progetto (che può contare su 53 milioni di fondi statali) partirà entro quest’anno e si concluderà in tre anni. Molto dubbioso su queste tempistiche (per usare un eufemismo) il senatore Bazoli.
Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo padiglione a Verziano, sacrificando parte dell’area verde, aree che verranno recuperate acquisendo terreni limitrofi. Ma in realtà, com’è stato sottolineato ieri sera, è un progetto che risolve solo parzialmente il problema: i 240 posti che verranno realizzati (quando verranno realizzati) non sono comunque sufficienti per poter chiudere Canton Mombello; in ogni caso sarebbe un significativo passo avanti. Come ha detto il senatore Bazoli, citando un famoso detto bresciano, «piuttosto che niente, meglio piuttosto».
Sofferenza
Il racconto di come si viva all’interno del penitenziario è arrivato direttamente dalle parole di una persona (ora ai domiciliari) che ha scontato parte della sua pena nella struttura bresciana (la sua testimonianza è stata raccolta tramite messaggi WhatsApp). «L’isolamento al carcere milanese di Opera – ha spiegato – sembra un salottino inglese rispetto a Brescia. Canton Mombello è una struttura fatiscente, con celle sovraffollate dove si vive in condizioni disumane. D’estate si arriva 46 gradi, d’inverno si gela. C’è solo una soluzione possibile: il carcere va abbattuto».
Il vescovo Pierantonio Tremolada ha voluto dedicare un progetto giubilare proprio ai detenuti, «Via dei bucaneve, 25» punta a supportare il percorso di reinserimento nella società (e nella vita) per chi ha scontato la propria pena.
«Il carcere di Canton Mombello – ha concluso don Fontana – è in mezzo alla città, ma sembra essere invisibile. Noi lavoriamo perché sia riconosciuta la dignità dei carcerati e di chi lavora nella struttura».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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