A Valvestino e a Magasa tutto è lontano
Quando per andare al cinema devi fare 40 km, come fai a convincere un giovane a restare? Il piccolo comune montano di Valvestino si trova a una manciata di chilometri dalla riviera del Garda, ma di fatto è lontano da tutto, comodità, lavoro e servizi. Per fare benzina serve un’ora di viaggio fino a Gargnano. Per andare al cinema bisogna arrivare a Salò. L’ospedale di Gavardo è a 50 km. Servizi, medici, farmacie e lavoro sono lontanissimi. Attualmente, peraltro, ancora più lontani, visto che il 9 settembre una frana ha rovinato un tratto di Sp9, isolando la Valvestino dalla riviera del Garda, ora raggiungibile solo facendo un giro lunghissimo, passando da Capovalle, il lago d’Idro e la Valsabbia.
Chi può se ne va in cerca di migliori condizioni di vita e l’emorragia demografica pare inarrestabile. Nel 1951 Valvestino contava quasi mille abitanti, oggi sono 160. Magasa è passato dai 500 residenti del 1951 a un centinaio di anime. Le speranze della valle si scontrano con queste cifre in perenne contrazione.
Come invertire la tendenza? Per qualcuno la soluzione è il tunnel verso il Trentino, la galleria di 5 km tra il bivio di Armo sulla Sp 113 e Bondone, nelle Giudicarie. Se ne fa un gran parlare da anni, ma ancora non c’è un progetto. Forse il futuro della valle va cercato nel turismo green e nell’economia agricola. Va in questa direzione, ad esempio, il progetto ValVes attuato dal Consorzio forestale Terra tra i due Laghi per l’implementazione dell’attività zootecnica, così come i progetti di recupero del fagiolo della Valvestino, le iniziative dell’Ecomuseo e i previsti interventi di ricettività diffusa.
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