Valcamonica: sabato la protesta contro i Giochi Olimpici invernali
Sabato 9 febbraio, l'Alta Val Camonica sarà teatro di una mobilitazione nazionale, un'azione di protesta che si terrà anche in altre località montane italiane. L'evento vuole essere una risposta alle politiche di sfruttamento e dispendio delle risorse a favore di pochi, a discapito dell'ambiente e delle comunità locali. Le Olimpiadi, del resto, sono grandi eventi che catalizzano investimenti milionari e sprechi immensi, senza portare reali benefici alle zone che le ospitano.
Le ragioni della protesta
Sfruttamento del territorio, monocoltura dello sci, sprechi di denaro pubblico, insostenibilità degli impianti, aumento dei costi della vita e condizioni di lavoro precarie. Sono queste le piaghe che affliggono le montagne secondo gli organizzatori, e che saranno elementi centrali della protesta.
Sotto accusa, le politiche che incentivano un turismo di massa che depreda le risorse naturali, come il progetto sul Monte Tonale Occidentale, che prevede lo sbancamento della cima e il disboscamento della Valle del Lares. Nel mirino anche la dipendenza dalla monocoltura dello sci e dai grandi eventi, come le Olimpiadi, che portano a investimenti sproporzionati a scapito dei servizi essenziali, come scuole ed ospedali, per le comunità locali.
Turismo e impianti
«L'industria del turismo mordi e fuggi genera mostri», denunciano i comitati, ricordando le code di pullman a Roccaraso e la galleria di Edolo, esempi di un modello di sviluppo insostenibile. Le critiche riguardano anche l’utilizzo del denaro pubblico, destinato ad esempio all'impianto per il bob a Cortina, che secondo gli abitanti verrà abbandonato come il suo predecessore a Torino.
E ancora, l'insostenibilità degli impianti sciistici, con stazioni come Montecampione che faticano a garantire una copertura nevosa stabile, e l'aumento dei costi della vita, con prezzi delle abitazioni alle stelle che spingono le famiglie lontano dai centri turistici.
A completare il quadro, le condizioni di lavoro precarie nel settore turistico, con salari miseri e contratti a termine.
La manifestazione seguirà quella di Edolo e di Darfo Boario Terme avvenute nelle scorse settimane.
La proposta dei comitati
I comitati coinvolti nella protesta hanno le idee chiare e così propongono modalità differenti dell’utilizzo del denaro pubblico. Secondo i membri bisognerebbe puntare su un turismo alternativo, non basato totalmente sugli impianti sciistici, focalizzandosi sul valorizzare la cultura ed il territorio. Vorrebbero inoltre favorire nuovi posti di lavoro attraverso la creazione di squadre dedicate alla manutenzione dei sentieri montani. Ultimo, ma non per importanza, il miglioramento dei collegamenti attraverso l’utilizzo dei mezzi pubblici.
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