Valcamonica, la prima Comunità energetica rinnovabile per 23 paesi

Giuliana Mossoni
Benefici da autoconsumo e risparmio gli obiettivi della neocostituita Cer
La Cer aiuterà a salvaguardare il paesaggio - © www.giornaledibrescia.it
La Cer aiuterà a salvaguardare il paesaggio - © www.giornaledibrescia.it
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Ventitré Comuni della Valcamonica uniti, con la Comunità montana capofila, per generare benefici ambientali, economici e sociali nei territori: è con questa premessa che, la scorsa settimana, si è costituita davanti al notaio la prima Comunità energetica rinnovabile Valle Camonica (Cer).

L’obiettivo principale è produrre e condividere energia rinnovabile, principalmente attraverso l’autoconsumo, per dare benefici sia ai cittadini sia, più in generale, all’ambiente e al risparmio energetico. La nuova Cer è un’associazione presieduta dal sindaco di Cevo, Simone Bresadola ed è stata voluta dalle Amministrazioni camune anzitutto per mantenere a livello locale la produzione e il consumo di fonti energetiche rinnovabili e per ottenere vantaggi rispetto alla compravendita sul mercato.

Grazie alla Cer, i cittadini di tutti i paesi della Valle, le imprese camune e i municipi con meno di 5mila abitanti potranno accedere ai contributi del Pnrr per la realizzazione di impianti, fino a un massimo del 40 per cento delle spese ammissibili. Ma si potrà anche partecipare a bandi regionali per ottenere ulteriori fondi, grazie a un’aggregazione così ampia ottenuta mettendo insieme 24 realtà (23 Comuni più la Comunità montana).

«La costituzione di una Cer – afferma l’assessore Giovan Battista Bernardi – rappresenta uno dei punti d’arrivo raggiunti dall’ente, con l’offerta di una soluzione integrata per affrontare le sfide energetiche del nostro tempo, migliorando la vita dei cittadini di tutta la Valcamonica e rafforzando il legame tra sostenibilità ambientale, sociale ed economica nella nostra area».

I vantaggi

La creazione di una Comunità energetica rinnovabile in Valcamonica porterà vantaggi in particolare in tre ambiti chiave, a partire da quello ambientale, poiché grazie alle energie rinnovabili verranno ridotte le emissioni di gas serra, sensibilizzando i camuni ad assumere comportamenti più sostenibili.

E poi quello economico, perché grazie all’autoproduzione e condivisione interna dell’energia i partecipanti avranno di una significativa riduzione dei costi energetici. Infine non va scordato il risvolto sociale, per contrastare la povertà energetica, contribuendo a combattere lo spopolamento delle aree montane.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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