Unimont ed Enel insieme per studiare la crisi climatica

La collaborazione ha l’obiettivo di formare una nuova generazione di professionisti consapevoli e preparati ad affrontare le sfide della transizione ecologica
Un'immagine del ghiacciaio dell'Adamello - © www.giornaledibrescia.it
Un'immagine del ghiacciaio dell'Adamello - © www.giornaledibrescia.it
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L’Università della montagna di Edolo ed Enel green power Italia, unità territoriale di Cedegolo, hanno siglato una collaborazione per attività di ricerca e formazione. I ricercatori di Unimont avvieranno studi per analizzare gli effetti del cambiamento climatico nelle aree proglaciali dell’Adamello, con particolare attenzione alla vegetazione, al suolo e ai fenomeni di dissesto.

In parallelo, docenti e studenti parteciperanno a iniziative di formazione e ricerca su temi ambientali ed energetici, tra cui un corso di perfezionamento e un ciclo di seminari sull’energia idroelettrica.

La collaborazione

Sarà Enel green power a finanziare la ricerca, sia contribuendo al corso, sia fornendo supporto logistico attraverso le proprie funivie, ma anche aprendo i siti industriali, come dighe, opere idrauliche e centrali idroelettriche agli studenti interessati a sviluppare tesi con focus sull’idroelettrico.

La convenzione rientra nelle iniziative del «Contratto di fiume dell’Oglio di Valcamonica», promosso dalla Comunità montana, uno strumento volontario di programmazione per tutelare e gestire correttamente le risorse idriche.

Un ponticello consente di attraversare il ghiacciaio che si sta sciogliendo - © www.giornaledibrescia.it
Un ponticello consente di attraversare il ghiacciaio che si sta sciogliendo - © www.giornaledibrescia.it

Dal canto suo, Unimont coinvolgerà docenti, ricercatori e tecnici per le attività scientifiche, la progettazione del percorso formativo e la divulgazione dei risultati.

Studenti e ricercatori potranno così approfondire temi come la gestione sostenibile delle risorse e gli effetti del cambiamento climatico nelle aree montane, contribuendo alla tutela del patrimonio naturale alpino.

L’obiettivo

Per Anna Giorgi, responsabile del polo, la collaborazione permetterà di «unire ricerca, formazione e applicazione pratica, con l’obiettivo di formare una nuova generazione di professionisti consapevoli e preparati ad affrontare le sfide della transizione ecologica». L’attività di ricerca sarà condotta nell’alta Val d’Avio per comprendere meglio i processi naturali che regolano la colonizzazione della vegetazione, l’erosione e la formazione di suolo nelle aree deglacializzate a causa del riscaldamento climatico.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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