Un uomo di 50 anni è stato trovato morto in un ex albergo a Darfo

Di origini albanesi è stato invano soccorso dopo la segnalazione di connazionali
Il luogo del ritrovamento del corpo - © www.giornaledibrescia.it
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È stato trovato senza vita ieri mattina. Aveva 50 anni e origini albanesi il senzatetto che si è accasciato sotto i portici del vecchio albergo Bassini di Corso Italia a Darfo Boario Terme, da tempo rifugio per sbandati e persone senza fissa dimora. Sul posto sono giunti avvertiti da un connazionale i Carabinieri delle stazioni di Piancogno e Darfo e per i soccorsi sanitari l’auto medica e un’ambulanza del Corpo Volontari della Presolana.

Le manovre di rianimazione non hanno però strappato l’uomo alla morte. Una volta ottenuto il nulla osta, la salma è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale di Esine. Sul posto anche l’assessora ai servizi sociali del comune di Darfo Boario Terme, Stefania Piccinelli che ha sottolineato come questi fatti inducano ad una seria riflessione e rappresentino ferite per l’intera comunità.

Gli alberghi in disuso della città sono da anni riparo di senza fissa dimora, spacciatori e clandestini. I numerosi blitz delle forze dell’ordine purtroppo risolvono il problema solo per poco e le strutture abbandonate vengono regolarmente rioccupate. Per estirpare il fenomeno sarebbero necessari interventi di riqualificazione radicali dei vecchi stabili abbandonati della città come in alcuni casi è già avvenuto.

Il fenomeno

È un fenomeno sempre più diffuso: morire da soli, senza pietà. Solo nel 2023 sono 415 le persone senza fissa dimora che hanno perso la vita in strada, secondo il report annuale della Federazione italiana degli Organismi per le persone senza dimora.

Di queste, 240 erano stranieri (il 57,8%). Ma la percentuale è fortemente al ribasso, poiché sono stati registrati 46 decessi (l’11,1%) di cui non si è potuto procedere all’identificazione a causa dell’assenza di documenti e/o segnalazione: la sensazione, se non certezza, è che trattasi di persone non italiane. Si arriva, quindi, a stimare che il 68% delle persone decedute siano straniere, il 31,1% (129) nostri connazionali. Tra gli stranieri, la stragrande maggioranza è originaria da Paesi extra Ue.

I cittadini stranieri che muoiono nell’anonimato nelle città italiane sono soprattutto nella fascia di età tra i 50 ed i 59 anni, ma il dato che risulta ancora di più un pugno nello stomaco è che praticamente si muore parimenti nella fascia tra i 30 e i 39 anni. E la comunità straniera vede morire persone, tante, anche tra i giovani dai 16 ai 29 anni. È un fenomeno che tocca soprattutto le metropoli e il Nord Italia, in cui sono stati registrati oltre la metà dei decessi (32% nel Nord-Ovest, 20% nel Nord-Est), seguito dal Centro (28%) e dal Sud (19%).

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