Un Fiore Alpino che ci riavvicina alla leggenda di Carlo Magno in Valcamonica

A Vione s’inaugura oggi l’installazione realizzata da Marco Carrella ed inserita nella tesi del sudcoreano Kim Jaehyuk che ha passato diversi mesi in paese
L’opera si trova nella segheria veneziana -  © www.giornaledibrescia.it
L’opera si trova nella segheria veneziana - © www.giornaledibrescia.it
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Un «Fiore Alpino» di notevoli dimensioni - quattro metri di altezza per due e mezzo di diametro e 80 centimetri di profondità - collocato all’interno di un monumento di archeologia industriale, come lo è la segheria veneziana di Stadolina, a Vione, a testimonianza della storia, dell’amicizia e dell’impegno di una comunità di montagna.

L’inaugurazione

Viene inaugurato nella mattinata di oggi, alle 11, nella frazione di Stadolina, l’installazione «Fiore alpino», che rappresenta il moto ciclico della natura. Realizzata da Marco Carrella, invita i visitatori a riflettere sul fatto che l’uomo è parte di un sistema più grande e profondamente interconnesso. L’opera è inserita nella tesi di Kim Jaehyuk, lo studente sudcoreano, che ha passato diversi mesi a Vione, per studiare la riqualificazione di due edifici storici belli, ma abbandonati, del centro, ovvero Casa Vertece, palazzo di cinque piani con cinque diversi ingressi, e l’ex chiesetta sconsacrata di San Sebastiano.

L’opera

Il Fiore Alpino è stato realizzato dalla Galoppini Legnami in collaborazione con il Politecnico di Milano, in particolare con il professore ordinario Marco Imperadori, originario della Vallecamonica, che è parte attiva del progetto «Vione Lab» (ed è anche relatore della tesi di Kim). «L’installazione è un’ulteriore occasione per scoprire la rinnovata bellezza dell’antica segheria - afferma il sindaco di Vione, Mauro Testini - e per avvicinarsi, attraverso l’arte, alla leggenda di Carlo Magno in Valle Camonica. Il Fiore Alpino è il primo passo per ripercorrere la storia del primo imperatore del Sacro Romano Impero, che transitò in Valle attraverso un leggendario viaggio, di cui oggi si conserva ancora il percorso. Non solo, l’opera è anche un segno di amicizia alpina, in particolare con il Piemonte, e di condivisione culturale e ambientale».

La giornata di oggi sarà inoltre l’occasione per scoprire in anteprima la tesi del laureando Kim, che nel tempo ha costruito un rapporto profondo con Vione e le attività del laboratorio permanente. Una seconda opera del percorso sarà inaugurata il prossimo 25 maggio.  

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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