Tutelare i bacini d’acqua: scopri dove si interviene nel Bresciano

Dalla Regione oltre 1,5 milioni di euro per potenziare la stoccaggio e la gestione delle risorse idriche nelle valli del nostro territorio
Un bacino ad alta quota - © www.giornaledibrescia.it
Un bacino ad alta quota - © www.giornaledibrescia.it
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La Regione Lombardia finanzierà con 5,6 milioni di euro 69 progetti (sugli 87 ammessi a contributo) per la raccolta e lo stoccaggio della acque. 20 di questi si svilupperanno nelle valli bresciane e permetteranno al nostro territorio di soffrire meno in caso di un eventuale calo delle risorse idriche. In totale nel Bresciano arriveranno 1 milione e 586mila euro.

I contributi interesseranno sia enti pubblici che privati: «Saranno destinati a Comuni, Comunità montane, imprese agricole, proprietari e gestori di malghe, alpeggi, rifugi e consorzi forestali - precisa Floriano Massardi, consigliere regionale in quota Lega e presidente della commissione Agricoltura, montagne e foreste. Sono opere fondamentali per potenziare la gestione delle acque nell’attività agricola, pastorale e ricettiva delle nostre montagne».

Le risorse arriveranno in Valle Camonica, Valle Trompia e Valle Sabbia con importi diversi e dunque sviluppi differenti. I progetti più importanti si realizzeranno a Malonno, Bienno e Edolo (100mila euro a testa), Capovalle (99.900), Tavernole, Bovegno (99mila), Cerveno (90mila). Una quota importante, 90mila euro, sarà destinata anche alla Comunità montana di Valle Sabbia. «Il bando Piccoli bacini mette a disposizione dei fondi importanti, utili per affrontare investimenti rivolti al contrasto della carenza d’acqua in quota - evidenzia il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Diego Invernici -. È un misura essenziale per sostenere la vita e il lavoro ad alta quota».

Si tratta principalmente di manutenzioni straordinarie per riattivare e mettere in sicurezza bacini già esistenti, essenziali per non disperdere le acque piovane. In altri casi i sistemi di stoccaggio saranno realizzati da zero. «Le opere, nuove o ammodernate, potranno essere funzionali per le strutture montane, come malghe e rifugi; ma si trasformeranno anche in vere riserve idriche a uso civile», evidenzia Invernici.

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