Truffe e frodi informatiche: nel 2023 a Brescia quasi 6.500 denunce

Elio Montanari
Si tratta di quasi il 15% del totale dei 44.344 delitti denunciati: in cinque anni sono raddoppiati i casi
Polizia postale - © www.giornaledibrescia.it
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Le truffe e frodi informatiche rappresentano uno dei reati più diffusi al giorno d’oggi con 6.414 denunce registrate nel 2023 in provincia di Brescia. Un dato impressionante che rappresenta quasi il 15% del totale dei 44.344 delitti denunciati.

Numeri in aumento rispetto alle 6.379 denunce del 2021, con un trend crescente e preoccupante. Basti pensare che le truffe e le frodi informatiche dalle 2.484 denunce nel 2015 sono praticamente raddoppiate in cinque anni, arrivando a 4.853 nel 2020, per superare poi quota 6mila negli anni successivi, con il «record» dell’anno scorso.

Non è solo un fenomeno locale: in Italia dalle 145.010 denunce del 2015 si è passati alle 283.872 del 2022, costituendo il 12,1% del totale dei delitti denunciati.

La frode informatica sanziona «chiunque, alterando in qualsiasi modo il funzionamento di un sistema informatico o telematico o intervenendo senza diritto con qualsiasi modalità su dati, informazioni o programmi contenuti in un sistema informatico o telematico o a esso pertinenti, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno».

Dunque, mentre la truffa tradizionale prevede l’induzione in errore della vittima con raggiri, la frode informatica richiede l’alterazione di un sistema informatico. Insomma, è una sottospecie di truffa, commessa mediante moderni sistemi tecnologici. Nel reato di frode informatica non c’è un vero e proprio raggiro. Né c’è una induzione all’errore vera e propria, perché l’oggetto della condotta riguarda macchine, e non persone.

Nei paesi

Si tratta di un reato assai diffuso, con almeno una denuncia in 172 Comuni bresciani: solo 33 paesi sono senza truffe e frodi informatiche. In una dozzina di casi, si superano le 100 denunce, con Brescia in testa (1.437), che precede Desenzano del Garda (301), Gussago (169), Rovato (159) Montichiari (157), Roncadelle (154), Concesio (135), Chiari (134), Salò (118) Darfo e Iseo (113) e Ospitaletto (110).

Se, nella media provinciale, le denunce sono 5,2 per ogni 1.000 abitanti sono una ventina i centri nei quali l’incidenza di questa fattispecie di reato doppia la media bresciana. Con picchi assoluti a Cedegolo, 51 denunce per 1.105 abitanti, vale a dire 46,2 per ogni 1.000, Nuvolento (93 denunce, pari a 23,8), Marone (56, 18,1), San Zeno Naviglio (79, 16,9), Tavernole sul Mella e Roncadelle (16,5), Breno (16,2) ma anche, sopra la soglia delle 15 denunce per ogni 1.000 abitanti, Irma, Isorella e Manerba del Garda.

Nell’ultimo biennio la crescita di questa fattispecie di reato sembra essere rallentata dopo la corsa del decennio precedente. Tuttavia, tra il 2021 e il 2023, complessivamente in provincia di Brescia si contano 235 denunce per truffe e frodi informatiche in più, pari al 3,7%. Un incremento che, tuttavia, interessa solo una ottantina di Comuni, mentre il numero dei reati resta invariato o diminuisce in 122 centri.

Il trend

Le denunce per truffe e frodi informatiche nel biennio in esame aumentano a Brescia (+260 denunce, +22,1%), Gussago (+72, +74,2%), Roncadelle (+57, +58,8%), Iseo (+48, +73,8%) e Gavardo (+43, +307%).

In diminuzione marcata le truffe e frodi informatiche a Lumezzane (-76 denunce, -58%), Calcinato (-53, -64,6%), Rudiano (-36, -62,1%), Esine (-35, -57,4%) Castrezzato e Passirano (-31 denunce).

Come tutto quello che si muove sul piano dell’informatica colpisce l’assenza di ogni correlazione con la geografia della provincia, aspetto che connota la gran parte dei fenomeni, anche delittuosi, che osserviamo. E che ancora troppo poco conosciamo. Perché se li conosci magari li eviti.

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