Truffa dell’incidente a Gargnano svelata da una delle vittime
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Dopo l’episodio di Gaino di Toscolano la truffa del finto incidente è arrivata anche a Navazzo di Gargnano. Cinque gli episodi segnalati, fortunatamente, nessuno dei quali è andato a buon fine per via dell’intuizione delle vittime che non hanno creduto alle parole di chi al telefono si spacciava per maresciallo dei carabinieri o avvocato.
Come funziona
Il truffatore, infatti, fa credere alla vittima designata che un familiare ha causato un grave incidente stradale: «Servono soldi per evitare il carcere - dice il più delle volte -. Vanno bene anche i gioielli».
Facile comprendere il patema di chi riceve la telefonata. E in molti casi, si accetta. E così dopo pochi minuti il falso avvocato o il fantomatico carabiniere bussano alla porta di casa e si fanno consegnare il denaro necessario.
A Gargnano è successo non solo ad anziani, ma anche ad una donna giovane: le hanno raccontato che il figlio era in caserma, in stato di fermo, per aver provocato un incidente sulla Gardesana. Peccato che questo abbia solo 6 anni e fosse a scuola. Non sempre chi indaga riesce a risalire agli autori che, se identificati, risultano avere alle spalle diverse denunce proprio per truffe ad anziani. Sul Garda, hanno appurato le forze dell’ordine, i truffatori utilizzato vetture noleggiate per effettuare sopralluoghi. L’invito è di non fornire indicazioni a sconosciuti e chiamare il 112 se si ricevono questo tipo di chiamate.
Le iniziative
Dopo queste tentate truffe l’assessorato ai Servizi sociali ha organizzato alcune iniziative informative: l’assessora Fabiana Bonomini, in accordo con il parroco don Carlo, i carabinieri e la polizia locale, ha organizzato due incontri, domenica 2 marzo alle 10.15 nella chiesa di Sasso, frazione di Gargnano e domenica 9 marzo alle 9.30 a Gargnano nella chiesa di San Francesco. Al termine nella messa verrà proiettato il cortometraggio «Vademekum. Nonni non aprire quella porta» per la regia di Susy Laude. Presenti carabinieri e vigili a dar consigli.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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