Tremolada e la comunicazione: «Basta volgarità, odio e disprezzo»
La responsabilità come «compito da assumere coscientemente per il bene della società». È questo il tema che il vescovo Pierantonio Tremolada ha scelto per la festa dei patroni Faustino e Giovita.
Una responsabilità che il pastore della Chiesa bresciana ha declinato «nel suo rapporto con la rilevante attività della comunicazione». Comunicare (fare informazione) in questo tempo richiede indubbiamente particolare responsabilità, in un contesto dove troppo spesso questa manca; e infatti, sottolinea ancora il vescovo, «non possiamo disegnare un quadro irenicamente ottimistico della situazione attuale».
Non usa certo giri di parole: «Della comunicazione in questo momento impressiona anzitutto il senso di insicurezza che essa genera, un disorientamento che deriva dall’eccessivo carico di messaggi e dalla loro altissima velocità».
E ancora: «Il mondo mediatico, poi, si sta dimostrando facilmente preda di un’aggressività incontrollata. Troppo spesso la violenza vi si manifesta nelle sue forme più deplorevoli: la volgarità, l’offesa, l’insulto, il sarcasmo, il disprezzo, fino all’odio e alla minaccia. Molte persone vengono oggi ferite dai media e dai social in modo estremamente grave».
Ovviamente non si deve perdere la speranza, anzi. «Crediamo in una comunicazione calda e profonda, amorevole e solidale - ha sottolineato mons. Tremolada -, che si fa carico con tenerezza e impegno dei drammi dell’umanità: la fame, la povertà, l’emarginazione, l’ingiustizia, la malattia, la solitudine. Siamo consapevoli che della sofferenza degli uomini e delle donne si deve parlare con l’empatia propria della carità e siamo convinti che non mancano persone in grado di farlo».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.