Tre cedri «stecchiti» a Lonato con un trapano e un veleno
Dopo Manerba, Lonato: altri tre cedri «stecchiti», anche se questa volta con il vecchio metodo del trapano. I tre grandi alberi sono stati trovati secchi all’inizio dalla stagione dal proprietario di una tenuta a Maguzzano. Escluse le cause naturali dalla perizia dell’agronomo cui si è rivolto, nei tronchi si notano distintamente i fori attraverso i quali le piante sono state avvelenate. È stata presentata denuncia e ora si spera non solo che i responsabili vengano individuati, ma anche che si sparga la voce perché non accada più.
Drone in volo
Sono passate solo poche settimane dalla denuncia di Manerba: un cittadino aveva lamentato il fatto che una delle sue grandi piante, un cedro anche in quel caso, fosse stata avvelenata con l’impiego di un drone di quelli che si utilizzano in agricoltura. Il drone era stato filmato mentre dall’alto spruzzava una qualche sostanza proprio sul cedro.
Questa volta, invece, la denuncia arriva da Maguzzano di Lonato. Qui i droni non c’entrano nulla e l’agronomo interessato dal proprietario della tenuta ha immediatamente escluso le cause naturali (non un batterio, non un qualche insetto né tanto meno malattie) per il decesso dei tre esemplari di cedro, che svettavano con i loro venti metri di altezza allineati a una distanza di circa cinque metri l’uno dall’altro. Alla base dei tronchi dei tre alberi l’agronomo ha individuato una serie di fori precisissimi, evidentemente praticati da una persona che se ne intende, attraverso i quali sarebbero state iniettate nel fusto sostanze tanto dannose da provocare la loro morte.
La denuncia
Il proprietario della tenuta, ottenuta la relazione dell’agronomo, ha presentato denuncia ai Carabinieri forestali e ora auspica che le indagini «possano portare all’individuazione dei responsabili, mandante ed esecutore materiale. Ora siamo dispiaciuti – spiega – perché abbiamo perso tre bellissime piante e dovremo anche sobbarcarci i costi per il loro smaltimento, ma siamo anche preoccupati perché qualcuno si è introdotto in una proprietà privata e ha fatto quel che ha fatto. La nostra speranza è che vengano effettuate indagini adeguate e che queste possano scoraggiare ulteriori incursioni del genere, non solo nella nostra proprietà, ma anche altrove. Speriamo, insomma, che raccontare della nostra esperienza possa alzare l’attenzione su queste situazioni e che il fatto di parlarne possa rappresentare un deterrente per chi pensa di agire in questo modo per togliere di mezzo piante "scomode"».
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