Trasporti scolastici, i disagi di chi si muove in provincia

Alice Scalfi, Francesco Venturini, Ubaldo Vallini
Nel Bresciano molti studenti si muovono dai paesi per raggiungere centri più grandi in cui studiare: a volte però si incontrano delle difficoltà
Tantissimi studenti si muovono con bus extraurbani © www.giornaledibrescia.it
Tantissimi studenti si muovono con bus extraurbani © www.giornaledibrescia.it
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Manca poco all’inizio dell’anno scolastico e gli studenti sono pronti ad affrontare spostamenti per raggiungere gli istituti sparsi nel bresciano. Abbiamo raccolto alcune testimonianze, che restituiscono un quadro non esattamente idilliaco

Sul lago di Garda

C’è chi il 12 settembre inizierà la prima al liceo Bagatta di Desenzano e che partendo da Bedizzole è già preparato. «Andrò a prendere il pullman alla prima fermata del paese, perché so che alla seconda, che sarebbe quella più vicina a casa, in genere è tanto pieno e spesso tira dritto».

È la linea Ln009 (la Brescia-Portese, di fatto), che interseca la Lm034 (Brescia-Desenzano-Pozzolengo). Al mattino, proprio per gli studenti, ci sono quattro autobus che viaggiano verso Desenzano, diretti o con «tappa» a Lonato o Padenghe: il sovraffollamento, però, resta un problema per gli studenti.

Il ragazzo che inizierà il liceo dovrà quindi ricorrere al passaggio della mamma: «Potrei andarci a piedi, ma volendo intercettare l’autobus prima che diventi troppo pieno alla fermata mi accompagnerà lei». È una delle tante storie che si potrebbero raccontare: disagi sono già messi in conto dai ragazzi che si recano a (o partono da) Lonato e per quelli di Calvagese.

Nelle scorse settimane è arrivata però una buona notizia: rimarrà attivo tutto l’anno il collegamento ogni mezz’ora tra Salò e Desenzano con la linea Rlink 204. 

Nella Bassa

L’inizio dell’anno scolastico incombe, e anche per gli studenti della bassa è il momento di organizzare i propri spostamenti verso la città.

L’utilizzo dei trasporti pubblici però, per alcuni di loro, negli ultimi anni si è rivelato più complesso del previsto a causa di ritardi e dell’annullamento senza preavviso di alcune corse, in particolar modo il sabato. Ne sa qualcosa Alice, che per anni ha frequentato un istituto cittadino, e il suo rientro a casa è stato spesso costellato da disguidi logistici e complicazioni dell’ultimo minuto.

«Sono residente a Bagnolo Mella – racconta – spesso, l’anno scorso, il rientro a casa si rivelava complicato, soprattutto il sabato: la corsa delle 13, infatti, è stata più volte annullata, ed ero quindi costretta ad aspettare una coincidenza in un paese limitrofo per raggiungere casa mia».

Anche nel recente periodo i problemi non sembrano essere stati risolti. «Quest’anno – prosegue – spostandomi per alcuni impegni estivi verso Brescia, ho notato che si sono aggiunti ritardi anche nel pomeriggio: spero davvero che con la ripresa delle scuole e il ritorno all’orario invernale la situazione possa migliorare perché sapere quando si parte ma non quando si rientra non è piacevole». 

In Valsabbia

«Ogni anno alcune delle corse che vengono soppresse con la chiusura delle scuole tardano a ripartire e per far sì che riprendano dobbiamo andare a protestare, direttamente col gestore o coinvolgendo il nostro sindaco» ci dice Mara, di Gavardo.

«L’anno scorso due e o tre volte a settimana, senza preavviso, venivano cancellate le corse per mancanza di autisti, ma capitava anche che per la fretta il pullman non si fermasse. Ogni mattina, insomma, non sapevo mai se mio figlio, che frequenta l’Itis a Vobarno, mi avrebbe chiamato per chiedermi di portarlo a scuola in auto –  aggiunge –. Un po’ alla volta le cose sono migliorate: nella seconda parte dell’anno scolastico le corse erano più regolari. Speriamo di non doverci ripetere».

Anche nel resto della valle le cose non sono andate benissimo: a Provaglio, ma anche a Bione, capitava che il pullman non salisse in paese a prendere o a riportare gli studenti o che le coincidenze saltassero per pochi minuti. «Chi paga un abbonamento vorrebbe che il servizio funzioni a dovere». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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