Traffico di migranti alla stazione dei bus, in 7 in manette

Riscontri anche a Brescia sul caso della gang che operava all’hub di Lampugnano, nella zona ovest di Milano
La stazione bus di Lampugnano - © www.giornaledibrescia.it
La stazione bus di Lampugnano - © www.giornaledibrescia.it
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Ha addentellati anche bresciani l’indagine scaturita dal settembre 2022 al gennaio 2024 che riguarda autisti di bus e controllori milanesi pagati per agevolare un traffico di migranti.

Nei giorni scorsi sono state eseguite sette misure cautelari dopo che alcuni autisti della rete Flixbus e Blablacar sono stati minacciati affinché non effettuassero i controlli di legge sulla clandestinità dei trasportati e il possesso dei titoli di viaggio. Al centro dell’indagine la stazione di Lampugnano, zona ovest di Milano, che sarebbe stata l’hub di un traffico di migranti.

Alcuni autisti di bus delle tratte internazionali sarebbero stati corrotti da una rete di favoreggiatori per trasportare gli immigrati irregolari senza controlli e senza creare problemi oltre il confine italo-francese e italo-svizzero. Confini dove in deroga all’accordo di Schengen i rispettivi paesi hanno reintrodotto i controlli di frontiera per arginare i flussi migratori interni all’Eu.

Lampugnano è dunque al centro dell’inchiesta della Procura di Milano, della Polizia di Stato e della Locale, che ha portato all’ordinanza di misura cautelare a carico di 7 persone, tra cui alcuni stranieri residenti a Brescia, «responsabili, a vario titolo, di aver organizzato in due anni una rete operante nell’ambito di un traffico illecito di migranti». Rete che, come spiega il procuratore Viola in una nota, sarebbe stata attiva «nelle province di Milano, Brescia, Bergamo, Varese, Monza e Brianza, Novara, Teramo, Aosta e Torino».

Dall’inchiesta è emerso che alcuni stranieri, i favoreggiatori, avrebbero avvicinato gli stranieri irregolari che arrivavano alla stazione di Lampugnano per recarsi in Francia, Svizzera e Germania pur non avendone titolo, per poi chiedere la protezione internazionale. E si adoperavano per agevolarli nel loro tentativo, dietro pagamento di somme di tra i 100 e i 250 euro a persona. Un soggetto avrebbe comperato loro 1.290 biglietti in tre anni usando il suo cellulare.

Alcuni autisti, che si rifiutavano di effettuare i trasporti sarebbero stati minacciati. Le misure cautelari hanno riguardato i favoreggiatori del traffico, non gli autisti per i quali è stata riconosciuta la loro «colpa cosciente» sotto effetto delle minacce.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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