CronacaBassa

Nel 2025 il cimitero di Ghedi avrà cento tombe nuove

Gianantonio Frosio
Le sepolture saranno protette da parallelepipedi in cemento senza fondo per prevenire i crolli. L’intervento in primavera
Le esumazioni sono terminate nei giorni scorsi - © www.giornaledibrescia.it
Le esumazioni sono terminate nei giorni scorsi - © www.giornaledibrescia.it
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Anche i cimiteri cambiano. Nelle scorse settimane in quello di Ghedi s’è provveduto all’esumazione accanto alla parte monumentale del camposanto che, essendo «storica», rimane intatta.

In primavera

Al termine delle operazioni, e passata la stagione fredda, nella primavera del 2025 questa parte del cimitero verrà rifatta. Non si procede ora per due motivi: innanzitutto perché lavorare la terra inzuppata a causa delle recenti e copiose piogge non è consigliabile e, poi, perché siamo vicini al 2 novembre, in cui si ricordano i morti e non è opportuno che, in questi giorni di grande afflusso e di meditazione, il silenzio venga rotto dal via vai dalle ruspe. Per non parlare della sicurezza.

I costi

L’intervento prevede la creazione di un centinaio di nuove tombe a terra che verranno realizzate proprio là dove erano poste le precedenti rimosse nei giorni scorsi. La spesa prevista è di 200.000 euro, comprensivi di Iva, progettazione e tutto quanto previsto dalla normativa.

Le nuove tombe verranno realizzate esattamente dove erano poste quelle precedenti - © www.giornaledibrescia.it
Le nuove tombe verranno realizzate esattamente dove erano poste quelle precedenti - © www.giornaledibrescia.it

Trasformazione

Per capire l’intervento bisogna ricordare che, col tempo, i cimiteri hanno subito una trasformazione estetica e funzionale: concezioni religiose, sociali e politiche hanno influenzato il cambiamento del modo in cui seppelliamo i morti.

Le antiche civiltà deponevano i defunti in tombe scavate nella terra. Consuetudine mantenuta: anche se oggi preferiamo le urne in cemento o la cremazione, c’è ancora chi si affida alla nuda terra, come testimoniano le salme riesumate a Ghedi. Però, così, semplicemente scavate nella terra, le tombe erano e sono poco funzionali, perché capita che, nel collocare una nuova bara, crolli la terra della vicina sepoltura, con sgradevoli inconvenienti.

«Ecco perché – spiega l’assessore Martino Pasini –, trascorso il periodo stabilito dalla legge, ora che abbiamo recuperato i resti mortali dei defunti di tanti anni fa, in quella parte del cimitero verranno create un centinaio di sepolture protette da semplici parallelepipedi in cemento senza fondo, così che la bara possa essere adagiata sulla terra. In questo modo, chi lo desidererà potrà chiedere di essere sepolto nel terreno, senza il rischio che, quando si procede con una nuova sepoltura, si verifichino crolli delle tombe vicine».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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