Tintoretto, trattativa al giro di boa per salvare almeno la metà dei fondi del Pnrr
Il botta e risposta è serrato. Da una parte la Giunta conferma la prosecuzione dell’interlocuzione con Roma per mantenere una parte dei fondi Pinqua e avere il via libera al progetto rimodulato presentato ai palazzi romani. Dall’altro la minoranza, che ha voluto fortemente la convocazione della commissione Urbanistica sulla questione Tintoretto chiede chiarimenti «sul fallimento del progetto, sul no di Roma e sul destino dell’area».
L’obiettivo della Loggia
L’obiettivo della Loggia - ribadiscono gli assessori all’Urbanistica, Michela Tiboni e al Bilancio, Marco Garza, «è che Redo attui quanto previsto dalla convenzione 2021 a San Polo e mantenere a Brescia parte dei fondi Pinqua per un altri interventi di housing sociale». Al centro della trattativa con Roma ci sono i 42,4 milioni del progetto Pinqua poi confluito nel Pnrr Fondi inizialmente assegnati a Brescia per l’operazione San Polo e gli alloggi da realizzare sul sedime della Tintoretto che poi, naufragato l’accordo con Redo Sgr, il Comune ha scelto di «spostare» a Sanpolino con un progetto rimodulato presentato appunto ai palazzi romani per costruire nell’area accanto alla chiesa ortodossa, 150 alloggi entro la scadenza del 31 marzo 2026. Ora bisognerà vedere se la trattativa andrà a buon fine: perché se il no già ufficializzato da Roma resterà, i 42,4 milioni sfumeranno. In più i tempi per la realizzazione sono stretti.
Tiboni spiega che a quanto le risulta «i 42 milioni rimarranno assegnati al Comune di Brescia fino al marzo 2026». I tentativi di stipulare una nuova convenzione con Redo sono naufragati: «Abbiamo fatto vari tentativi con Redo per tenere in piedi il progetto Tintoretto. Ma non sono andati a buon fine. L’unica strada rimasta è interloquire con il Ministero».
La minoranza ribatte che resta «un buco fisico ed economico di 60 milioni di euro». E dice che la Loggia «è stata incapace di sedersi ad un tavolo con Redo». Fabio Rolfi (Civica Fabio Rolfi sindaco) parla di «una bozza di accordo del maggio 2022 firmata da Redo. Perché poi a dicembre 2023 ha cambiato idea? Se avessimo sottoscritto quell’accordo avremmo vincolato Redo ai suoi impegni». Tiboni ripete che «Redo resta vincolata agli impegni presi con la convenzione del 2021 che è valida». Garza chiarisce che la nuova convenzione era stata portata in Giunta. «Non poteva prescindere dal Codice degli appalti. Redo invece ritiene l’intervento di natura privatistica, sganciato dal Codice».
La base dell’elisoccorso
Un passo avanti è stato fatto per il progetto della nuova base del servizio dell’elisoccorso, trasferita temporaneamente a Montichiari. La commissione ha infatti approvato la variante al Piano delle regole e dei servizi del Pgt per la localizzazione, su richiesta di Areu, in via Ghislandi: l’area è di proprietà di Siab srl.
Una delle due osservazioni pervenute, oltre a quella di Arpa è proprio quella di Siab: chiede che l’elisuperficie svolga anche una funzione di eliporto privato. Richiesta respinta dalla Giunta: «In questo momento bisognava rispondere alle richieste di Areu», dice Tiboni. Forti le perplessità del leghista Massimo Tacconi, di Rolfi e di Fabrizio Benzoni (Azione - Italia Viva + Europa) sul diniego. «È un’occasione persa per la città», rimarca Rolfi.
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