Inneggiava alla Jihad, l’operaio di Barghe ricorre al Riesame

Le sue giustificazioni non hanno convinto il gip di Brescia che lo ritiene autore di «una piena e consapevole condivisione» della propaganda jihadista e che valuta «una evoluzione nelle condotte» il comportamento che ha tenuto nel periodo di un anno in cui le sue attività sono state monitorate dalla Digos di Perugia e dalla Polizia Postale.
Rachid Karroua
Per questo, all’inizio della settimana, il gip Federica Brugnara ha confermato la custodia cautelare in carcere per Rachid Karroua, l’operaio di origini marocchine, cittadino italiano dal 2013, 46 anni, residente a Barghe e padre di cinque figli che era stato arrestato su ordinanza del tribunale di Perugia con l’accusa di autoaddestramento con finalità di terrorismo.
Assistito dall’avvocato umbro Carla Ragna, affiancata dal collega bresciano Giovanni Brunelli, l’operaio da oltre vent’anni residente nel bresciano, aveva spiegato di aver aderito ai gruppi Whatsapp e Telegram integralisti solo per curiosità, spinto dalla volontà di conoscere quel mondo. Per il giudice però «il dato è pacificamente smentito» e l’indagato «manifesta la volontà di continuare ad essere aggiornato e di aderire pienamente». Per il gip sono il materiale non era solo visionato ma scaricato e usato come spunto per propri manoscritti che lo stesso magistrato definisce «allarmanti» e «in un crescendo di adesione alla violenza professata e nell’ottica di addestrarsi per porre in essere atti terroristici».
Il ricorso
Una ricostruzione dei fatti che i difensori contestano e che per questo chiederanno al tribunale del Riesame di annullare. Lunedì gli avvocati Ragna e Brunelli infatti presenteranno la propria istanza, ribadendo in modo ancora più deciso la posizione del loro assistito che sostiene con forza di aver solo voluto «capire i motivi dello sterminio dell’umanità».
Già davanti al gip Karroua aveva spiegato che «quando si parlava di Siria avevano raggiunto toni di propaganda eccessivi e mostrare immagini crudeli e quindi ho preferito uscire dal gruppo». Sul tema della ricerca per costruire pistole poi ha fornito una sua versione, non creduta, secondo cui «mi capita di uscire con i miei figli nei boschi e volevo avere una arma per difendermi da eventuali pericoli, come ad esempio i cinghiali».
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