Superbonus edilizio, frode da 500mila euro: quattro denunciati a Cologne

Luca Bordoni
Si tratta delle stesse persone coinvolte in una precedente indagine per una frode ai danni dello Stato da oltre un milione di euro
I lavori, contrariamente a quanto dichiarato, non sono mai stati eseguiti - © www.giornaledibrescia.it
I lavori, contrariamente a quanto dichiarato, non sono mai stati eseguiti - © www.giornaledibrescia.it
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Il 29 febbraio scorso, a Cologne, era stata scoperta una frode ai danni dello Stato per oltre un milione di euro, messa a segno attraverso il «Superbonus 110%».

La Polizia locale ha però comunicato ieri che un’ulteriore indagine a carico delle stesse persone ha rivelato ulteriori illeciti.

Gli agenti del Comando del Monte Orfano, sotto la direzione del comandante Luca Leone e in collaborazione con l’Ufficio tecnico e l’Agenzia delle Entrate di Brescia, hanno infatti scovato un’altra frode, questa volta per un ammontare di circa 500mila euro. La cifra è già erogata tramite crediti di imposta generali del «Superbonus edilizio».

L’indagine ha riguardato altri due condomini di Cologne che, tramite il loro amministratore condominiale, avevano dichiarato di aver eseguito lavori di efficientamento energetico e ristrutturazione in realtà mai realizzati. Non a caso, durante il sopralluogo degli agenti, gli immobili sono stati trovati in pessime condizioni, con infiltrazioni d’acqua visibili dall’esterno e sull’intonaco delle coperture.

Quattro in totale sono state le persone denunciate, ossia le stesse coinvolte nella precedente indagine.

Si tratta dell’amministratore (bresciano della Franciacorta), dell’ingegnere che ha asseverato e certificato l’esecuzione dei lavori, del legale rappresentante della ditta esecutrice e del commercialista che ha presentato le dichiarazioni per ottenere il credito, tutti residenti a Messina.

Questi dovranno rispondere in concorso tra di loro e per reato continuato nell’ambito dell’indagine precedente per falsa attestazione fraudolenta e false informazioni sul progetto eseguito. In questo caso le pene prevedono la reclusione fino a cinque anni e una multa fino a 100mila euro, aumentata per la gravità dei fatti, mentre per la falsa attestazione a pubblico ufficiale una reclusione fino a due anni. Infine, per l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti potrebbe essere contestato un reato tributario che prevede la reclusione da quattro a otto anni. Resta il danno alla comunità per fondi erogati per lavori mai eseguiti.

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