Sul podio dei Comuni ricicloni c’è di nuovo Acquafredda: la classifica
L’ottava edizione di Ecoforum Economia Circolare di Legambiente Lombardia ha messo in evidenza i numeri del riciclo e della produzione di rifiuti nella Regione.
I rifiuti in Lombardia e a Brescia
Nel 2023, la produzione di rifiuti urbani in Lombardia ha raggiunto oltre 4,7 milioni di tonnellate, segnando un aumento del 2,1% rispetto al 2022.
In questro quadro Brescia, con un incremento del 3,5%, si distingue tra le province con i maggiori aumenti pro capite, un dato preoccupante per una provincia che deve affrontare il tema dei rifiuti con maggiore urgenza.
Raccolta differenziata: la situazione a Brescia
Nonostante l’aumento della produzione di rifiuti, la raccolta differenziata in Lombardia ha comunque registrato progressi, passando dal 73,2% del 2022 al 73,8% nel 2023.
Accanto alle realtà locali che faticano a raggiungere gli standard richiesti, i comuni virtuosi esistono, anche se Brescia non spicca per risultati brillanti, al contrario della provincia di Bergamo, con 90 comuni premiati come «Rifiuti-Free».
Nel Bresciano sono 45 e a spiccare è, come nel 2022, Acquafredda, con il 95% dei rifiuti riciclati. Tra le new entry ci sono Azzano Mella, Berlingo, Botticino, Cologne, Dello, Paderno Franciacorta e Polaveno.
Le sfide della città
Le città capoluogo lombarde, inclusa Brescia, non rientrano nella classifica dei comuni «Rifiuti-Free». Il flusso giornaliero di pendolari e turisti contribuisce a rendere più complessa la gestione dei rifiuti, ipotizzano da Legambiene, ma vanno anche ricordate le carenze nella raccolta di frazioni strategiche come l’organico e i tessili, obbligatorie dal 2022.
Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, ha sottolineato l’importanza di migliorare la gestione dei dati sulla raccolta e il riciclo: «Misurare l’effettivo riciclo è un esercizio difficile per la frammentazione dei dati comunali. Una situazione che deve trovare una sintesi per aumentare la capacità di trattamento delle frazioni».
Legambiente insiste quindi sull'importanza delle quattro «R» – riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero – come guida per i prossimi anni.
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