Strage di piazza Loggia, Stimamiglio a Brescia per il processo a Toffaloni

Testimone chiave, ha riferito quanto gli disse il minorenne all’epoca dei fatti ritenuto uno degli autori materiali della bomba del 28 maggio 1974
Strage piazza Loggia, le conferme di Stimamiglio
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Il super testimone ha confermato. Marco Toffaloni, riferendosi alla strage di Piazza Loggia disse a Gianpaolo Stimamiglio «So sta mi» cioè «sono stato io» in dialetto veneto.

Il chiarimento è arrivato nel corso del processo per lo scoppio della bomba del 28 maggio 1974 a carico di Toffaloni che è in corso davanti al Tribunale per i minorenni.

Il contesto della frase

Stimamiglio, membro di Ordine Nuovo fin dagli anni ’60 e poi sempre legato agli ambienti della destra eversiva, ha spiegato di aver incontrato Toffaloni una sera verso la fine degli anni ’80 nella taverna di un albergo di Verona. Su come la frase sia uscita ha spiegato: «Gli avevo detto che aveva fatto bene ad andare in Svizzera dopo quello che era successo» e lui mi aveva appunto risposto «So sta mi». Una affermazione che non aveva sorpreso Stimamiglio che oggi in aula ha spiegato: «Sapevo che Toffaloni faceva parte del gruppo che era stato addestrato per le azioni concrete, cioè gli attentati».

La giornata

Gianpaolo Stimamiglio, testimone chiave del processo a carico di Marco Toffaloni che si sta tenendo davanti al tribunale dei minorenni per la strage di piazza Loggia del 28 maggio 1974, è arrivato negli uffici di via Vittorio Emanuele oggi alle 12 a Brescia.

In aula gli è stato chiesto di riferire su quanto gli disse Marco Toffaloni, minorenne all’epoca dei fatti ritenuto uno degli autori materiali della strage. Stimamiglio aveva detto che Toffaloni gli aveva riferito di essere stato a Brescia il 28 maggio. Per Stimamiglio, ordinovista fin dagli anni Sessanta, Toffaloni non era lì solo per vedere ma perché aveva avuto un ruolo nel piazzare la bomba.

Prima di Stimamiglio ha parlato la sua ex moglie, che ha confermato che i due si erano incontrati una sera all’inizio degli anni Ottanta, forse nel 1981, nella taverna di un albergo di Verona. La donna però non conosce il contenuto del colloqui perché stava giocando con le figlie, che allora erano piccole.

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