Strage di Erba, oggi si decide sulla revisione del processo
Quello di oggi potrebbe essere l’ultimo atto. Se la Corte d’Appello di Brescia dovesse rigettare la richiesta di revisione del processo avanzata dai loro legali, per Rosa Bazzi e Olindo Romano si chiuderebbe la possibilità di ottenere un nuovo processo per la strage di Erba, l’omicidio di quattro persone avvenuto in provincia di Como l’11 dicembre del 2006 e per il quale i coniugi sono già stati condannati all’ergastolo in tre gradi di giudizio.
Quella di oggi sarà la terza udienza e potrebbe essere quella che chiuderà la vicenda se la Corte avrà il tempo di riunirsi e prendere una decisione. Tutto dipenderà dalle eventuali repliche.
Nei mesi scorsi infatti gli avvocati dei due coniugi avevano presentato una serie di richieste relative alle discrepanze tra le confessioni dei due imputati e gli elementi poi emersi con gli accertamenti scientifici e sull’attendibilità della testimonianza di Mario Frigerio, l’unico sopravvissuto al massacro nella palazzina. Alla richiesta di revisione si è associato anche il sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser che è poi stato sanzionato dal Consiglio Superiore della Magistratura per aver violato il regolamento organizzativo della Procura Generale di Milano.
La Corte d’Appello di Brescia ha dichiarato ammissibile il ricorso e stabilito di dover decidere nel merito dell’istanza.
Il primo marzo il Tribunale di Brescia è stato al centro della cronaca giudiziaria nazionale con un centinaio di giornalisti accreditati per seguire la prima udienza. Il procuratore generale di Brescia Guido Rispoli ha parlato di «una cascata di prove che credo sia impossibile con questo processo di revisione ribaltare» e ha aggiunto anche di trovare «odioso provare a mettere in mezzo la famiglia Castagna, parti lese di un crimine orrendo».
Nell’udienza successiva, il 16 aprile, è stata la volta degli avvocati Rosa Bazzi e Olindo Romano: «Frigerio quando riconobbe dal letto d’ospedale come aggressore Olindo Romano, aveva raggiunto l’apice del suo deficit cognitivo. Era un soggetto cerebroleso a cause delle ferite subite e dell’intossicazione da monossido di carbonio causato dal fumo dell’incendio scoppiato nella corte di Erba». L’avvocato Fabio Schembri aveva parlato di «amnesia anterograda».
Oggi si torna in aula per le eventuali repliche. Poi la corte deciderà se riunirsi in Camera di consiglio o rinviare ad una prossima udienza.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.