Strage di piazza Loggia, Marco Toffaloni era noto agli inquirenti ancora prima della bomba

È emerso nel corso della prima udienza dibattimentale a carico del neofascista veronese, minorenne all'epoca dei fatti, accusato della fase esecutiva dell'attentato del 28 maggio 1974
Manlio Milani con il col. Massimo Giraudo - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
Manlio Milani con il col. Massimo Giraudo - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
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Marco Toffaloni era noto agli inquirenti ancora prima della strage di Piazza della Loggia. È emerso nel corso della prima udienza dibattimentale a carico del neofascista veronese, minorenne all'epoca dei fatti, accusato della fase esecutiva dell'attentato del 28 maggio 1974.

A sostenerlo il colonnello del Ros Massimo Giraudo, l'investigatore cui la procura di Brescia ha affidato le indagini sulla bomba che uccise otto persone e ne ferì altre 102, il cui lavoro è alla base delle due uniche condanne all'ergastolo divenute definitive.

Giraudo ha spiegato che di Toffaloni gli investigatori conobbero l'esistenza indagando sulla morte di Silvio Ferrari, il 19enne neofascista bresciano saltato in aria in piazza del Mercato trasportando una bomba il 19 maggio di quell'anno, e in particolare sui tafferugli che si verificarono il giorno dei funerali di quest'ultimo.

Il suo nome era in un elenco di neofascisti che la questura di Verona fece avere agli inquirenti bresciani, elenco nel quale figurava anche quello di Roberto Zorzi, l'altro presunto esecutore materiale della strage, per cui è processo al Tribunale ordinario. Nonostante la tempestiva segnalazione, dei due, nel frattempo espatriati, la giustizia ha ritrovato le tracce solo decenni dopo.

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