Strage di piazza Loggia, rigettata la richiesta della difesa di Zorzi: il processo va avanti

Pierpaolo Prati-Andrea Cittadini
I legali avevano chiesto la nullità del rinvio a giudizio: si riprenderà dopo l’estate
Strage di Piazza della Loggia, il processo va avanti
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La Corte d’assise ha respinto le eccezioni formulate dalla difesa di Roberto Zorzi. Per i giudici il capo di imputazione a carico del neofascista veronese accusato della fase operativa della strage di piazza della Loggia non è generico, ma è stato formulato nei suoi elementi essenziali ed ha messo l’imputato, che ha avuto modo di conoscere tutti gli atti del fascicolo, nelle condizioni di difendersi.

Per i giudici guidati dal presidente Roberto Spanò è da respingere anche la richiesta di dichiarare nullo il decreto che dispone il giudizio sulla base della nullità della revoca dell’archiviazione del primo fascicolo a carico di Zorzi per la ragione che quel fascicolo non è mai stato archiviato.

Nel corso dell’udienza le parti hanno formulato le loro richieste di prova. Spicca sia da parte dei pm Caty Bressanelli e Silvio Bonfigli, ma soprattutto della difesa della volontà di sottoporre ad esame l’imputato. Roberto Zorzi, che da anni vive negli Stati Uniti dove alleva cani dobermann, con tutta probabilità sarà a Brescia per rispondere alle domande della Corte, di accusa e difesa. Il processo riprenderà dopo l’estate.

Il problema

«La situazione a livello di presenze di giudici non è migliorata, ma è addirittura peggiorata. La nostra volontà è comunque quella di celebrare il processo e concluderlo in tempi contenuti».

Sono state le parole in aula della Corte d’assise di Brescia Roberto Spanó all’inizio della nuova udienza del processo a carico di Roberto Zorzi, accusato di essere uno dei due esecutori materiali della strage di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974. Spanó aveva già manifestato nei mesi scorsi le difficoltà a poter affrontare un processo tanto impegnativo a causa della mancanza di giudici nella sezione che presiede.

Una settimana fa i vertici della giustizia bresciana avevano pubblicamente manifestato preoccupazione perché nonostante le ripetute rassicurazioni e gli annunci da parte del ministero della Giustizia a Brescia non sono ancora stati inviati nuovi giudici.

La difesa

La difesa di Roberto Zorzi - © www.giornaledibrescia.it
La difesa di Roberto Zorzi - © www.giornaledibrescia.it

Alle battute iniziali davanti alla Corte d’Assise di Brescia, la difesa di Roberto Zorzi, ritenuto dall’accusa uno dei due esecutori materiali dello scoppio del 28 maggio 1974, ha chiesto la nullità del rinvio a giudizio.

«Zorzi è stato indagato una prima volta nel 2015 ma dopo due anni la procura non ha chiesto l’archiviazione e neppure disposto un rinvio a giudizio, ma prima ha aperto una nuova inchiesta contro ignoti e poi un altro fascicolo contro Zorzi senza aver mai definito il primo procedimento nei suoi confronti» ha spiegato in aula l’avvocato Stefano Casali. «La Cassazione sul punto è stata molto chiara: un procedimento va definito e in caso di archiviazione serve l’autorizzazione di un Gip per riaprilo».

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