Strage di piazza Loggia, Girelli: «Ribadiamo anche in aula i valori della Costituzione»

Alla Camera dei Deputati oggi è stato il deputato bresciano del Partito Democratico ad alzarsi in piedi per commemorare il 50esimo anniversario della strage di piazza Loggia, in un’aula in cui i banchi riservati all’esecutivo sono rimasti vuoti
Piazza Loggia, l'intervento di Gian Antonio Girelli in Parlamento
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Alla Camera dei Deputati oggi è stato Gian Antonio Girelli, deputato bresciano del Partito Democratico, ad alzarsi in piedi per commemorare il 50esimo anniversario della strage di piazza Loggia, in un’aula in cui i banchi riservati all’esecutivo sono rimasti vuoti. E la cosa non è passata inosservata: «Certo, dispiace vedere l’assenza completa del governo», ha commentato Girelli, interrompendosi mentre parlava della necessità di ribadire, in aula come in piazza, «il valore e la difesa dei principi di libertà, giustizia, democrazia che quegli attentati volevano minare».

Da Roma Girelli ha subito richiamato la piazza nel cuore di Brescia, com’era cinquant’anni fa e come si apprestava a essere ieri per la cerimonia solenne. Ha ricordato la bomba, la manifestazione antifascista indetta dai sindacati, le parole del sindacalista della Cisl Franco Castrezzati, e le fotografie, atroci, dei feriti e dei morti. «Da quel giorno Brescia, la città delle Dieci Giornate e della Resistenza, non ha smesso di ribellarsi, di chiedere verità e giustizia», supportata dall’instancabile impegno di Casa della Memoria.

Oltre a ribadire «la matrice neofascista» della strage, Girelli ha insistito sul ruolo della Camera, «indipendentemente dalle appartenenze politiche», nel dire no, come fece piazza Loggia, «a ogni rigurgito fascista» e nel difendere i principi democratici «in virtù di quella rappresentanza che ci è stata affidata e che trova nella carta costituzionale i valori ispiratori e di riferimento». «Lo dobbiamo fare con forza, contro ogni forma di sovversione ed eversione - ha detto Girelli, che ha chiuso l’intervento citando Primo Levi -. È stato fatto contro le brigate rosse e i movimenti affini, deve essere fatto senza alcun tentennamento, senza alcuna rilettura o interpretazione, nei confronti del fascismo e contro ogni suo tentativo di espressione».

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