Strage di Erba, la revisione del processo tra curiosi e telecamere

La Corte potrebbe rigettare tutte le questioni e chiudere la vicenda, oppure accettare i rilievi e rinviare a un nuovo processo: sentenza nel primo pomeriggio
  • L'arrivo in tribunale di Rosa e Olindo
    L'arrivo in tribunale di Rosa e Olindo - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
  • L'arrivo in tribunale di Rosa e Olindo
    L'arrivo in tribunale di Rosa e Olindo - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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    L'arrivo in tribunale di Rosa e Olindo - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Ci sono le telecamere e ci sono i curiosi, i primi arrivati davanti ai cancelli del palazzo di giustizia alle 6 del mattino. Sta per cominciare l’udienza che potrebbe essere decisiva per l’eventuale revisione del processo a carico di Rosa Bazzi e Olindo Romano per la strage di Erba del 2006.

Dopo aver ammesso il ricorso e ascoltato le posizioni della Procura generale e degli avvocati degli imputati, già condannati all’ergastolo in tre gradi di giudizio, dopo le eventuali repliche la Corte d’appello potrebbe entrare in camera di consiglio e prendere una decisione.

La Corte potrebbe rigettare tutte le questioni sollevate dai difensori e chiudere definitivamente la questione, oppure accettare i rilievi della difesa e rinviare ad un nuovo processo.

L’udienza

L’udienza si è aperta ufficialmente alle 10.07. Il Procuratore generale Rispoli ha aperto spiegando di non voler replicare, «non perché non ci siano argomenti, anzi, ma perché abbiamo ritenuto che ad un anno di distanza dalla presentazione ora é giunto il momento di sentire la parola del giudice. Si discute di atti che la Corte già conosce. Pensiamo che in questi mesi abbiate studiato nel dettaglio gli atti e replicare ora sarebbe una mancanza di rispetto. Chiediamo che sia dichiarata l’inammissibilità delle istanze presentate».

Alle 10.12 la Corte si é ritirata in camera di consiglio. Il presidente ha annunciato che la sentenza potrebbe arrivare nel primo pomeriggio.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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