Strage di Erba, la difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi cerca di ottenere la revisione
A Brescia è iniziata stamattina la seconda udienza davanti alla Corte d’Appello per discutere le istanze di revisione del processo sulla strage di Erba, l’omicidio di quattro persone compiuto nel 2006 per cui sono già stati condannati all’ergastolo in tre gradi di giudizio Olindo Romano e Rosa Bazzi.
È il turno degli avvocati della difesa, che dovranno dimostrare la presenza di nuove prove mai considerate nei tre gradi di giudizio. Nell’ultimo anno sono state infatti presentate due richieste di revisione per la strage di Erba: la prima dagli avvocati di Romano e Bazzi (Fabio Schembri, Nico D’Ascola, Luisa Bordeaux e Patrizia Morello), la seconda dal sostituto procuratore di Milano Cuno Tarfusser. Entrambe si basano su presunti errori commessi durante le indagini e su possibili nuove prove.
Toccherà poi ai giudici decidere se aprire una revisione del processo oppure confermare la condanna all’ergastolo di Rosa Bazzi e Olindo Romano.
Di seguito gli aggiornamenti, a partire dai più recenti.
Ore 13.55 – Bruzzone: «Non furono uccisi come dice Rosa Bazzi»
Secondo la consulenza della criminologa Roberta Bruzzone per la difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi la vicina di casa Valeria Cherubini fu colpita e uccisa nel suo appartamento, non al piano inferiore come sostenuto nelle sentenze. Lo dimostrerebbe l'esame delle tracce di sangue contenute nella relazione. Così come Il piccolo Youssef, di soli due anni «non fu ucciso come indicato nella confessione di Rosa Bazzi», poi ritrattata. A sostenerlo l'avvocato Patrizia Morello nell'udienza a Brescia in cui si discute l'istanza di revisione della sentenza di condanna all'ergastolo per sostenere come sia la dinamica, ricostruita dai loro consulenti, a rendere «incompatibile» la partecipazione di coniugi. L'udienza riprenderà nel pomeriggio.
Ore 12.15 – Da Frigerio «falso ricordo»
Per la difesa il sopravvissuto Mario Frigerio, quando riconobbe dal letto d'ospedale come aggressore Olindo Romano, aveva raggiunto «l’apice del suo deficit cognitivo». Era «soggetto cerebroleso» a cause delle ferite subite e all'intossicazione da monossido di carbonio causato dal fumo dell'incendio scoppiato nella corte di Erba.
L’avvocato Fabio Schembri ha parlato di «amnesia anterograda» alla base del falso ricordo del sopravvissuto all’eccidio che effettuò il riconoscimento anche in aula in primo grado e morì alcuni anni dopo.
Ore 11.45 – La difesa: dinamica incompatibile con la presenza della coppia
Le cosiddette nuove prove sono «incompatibili» per quanto riguarda la dinamica con la presenza di Olindo Romano e Rosa Bazzi sulla scena della strage di Erba. È uno dei capisaldi della difesa dei coniugi condannati all’ergastolo. Tra le «prove nuove» secondo la difesa ci sarebbe il fatto che la vicina di casa Valeria Cherubini, tra le vittime, sarebbe stata uccisa nella sua abitazione e non colpita mortalmente al piano di sotto per poi morire nel suo appartamento, come ricostruito nelle sentenze. «I soccorritori non avrebbero potuto non vedere» i coniugi una volta intervenuti, ha detto il legale.
Ore 11.26 – Battibecco tra accusa e difesa
Qualche screzio in aula quando uno dei legali dei coniugi Romano, Nico D’Ascola, ha invitato i rappresentanti dell’accusa a «non mostrare segni plateali di dissenso» durante il suo intervento (i magistrati scuotevano la testa), dal momento che i difensori, quando lo scorso primo marzo il pg e l'avvocato dello Stato erano intervenuti per chiedere l'inammissibilità dell'istanza di revisione, non avevano fatto alcun commento.
Sarà poi uno degli storici difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi, Fabio Schembri, a entrare nel merito delle annunciate «nuove prove» che, ad avviso della difesa, potrebbero portare alla riapertura del processo.
Ore 10.30 – La difesa attacca la testimonianza di Frigerio
Esiste una prova che «esordisce con un'affermazione di riconoscimento di una persona estranea alla cerchia di conoscenze» per poi individuare il vicino di casa Olindo Romano come autore della strage di Erba? Il primo legale dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, Nico D’Ascola, è tornato ad attaccare la testimonianza di Mario Frigerio, sopravvissuto all’eccidio del 10 dicembre del 2006 e morto anni dopo. Frigerio, che riconobbe Olindo alcuni giorni dopo il massacro e in aula, in prima battuta, dal letto d'ospedale, aveva parlato di una persona dalla pelle scura e la difesa della coppia, avvalendosi delle consulenze di alcuni esperti, insiste nel dire che quello di Figerio fu un «falso ricordo». D’Ascola ha preannunciato che, come hanno fatto il pg e l’avvocato dello Stato, «entrerà nel merito» delle prove e non si limiterà ad argomentare l'ammissibilità.
Ore 9.30 – Bazzi e Romano in aula
Olindo Romano e Rosa Bazzi sono presenti in aula a Brescia. Saranno quattro i difensori a intervenire sui vari aspetti della richiesta. La coppia non ha autorizzato di essere ripresa.
Cosa chiederà la difesa
Si prevede un’udienza complessa nella quale gli avvocati illustreranno quelle che definiscono «nuove prove» che, secondo loro, potrebbero comportare il proscioglimento dei coniugi che nei giorni successivi alla strage confessarono di essere gli autori della strage. Confessioni che per la difesa furono indotte in quanto Olindo Romano e Rosa Bazzi, vicini di casa delle vittime, non erano in condizioni mentali da sostenere in interrogatorio come stabilito da consulenti della difesa negli elaborati allegati all'istanza di revisione.
I legali vorrebbero anche sentire un tunisino che ipotizza che il massacro sia accaduto nell’ambito di un regolamento di conti nello spaccio di droga. Sulla stessa linea la richiesta di revisione presentata dal sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser «in modo irrituale e senza averne titolo», come sostenuto dal pg di Brescia Guido Rispoli e dall’avvocato dello Stato Domenico Chiaro secondo i quali, invece, a carico della coppia esiste «una cascata di prove». L’accusa ha chiesto siano dichiarate inammissibili tutte le istanze compresa quella del tutore di Olindo e Rosa, l’avvocato Diego Soddu.
In aula, la scorsa udienza, oltre ai coniugi, che hanno chiesto di non essere ripresi, c’era anche Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef, uccisi nella strage. L’uomo sostiene che i coniugi Romano siano innocenti e che si debba indagare altrove. Per le modalità con cui furono uccise le vittime, a colpi di spranga e a coltellate, Marzouk aveva parlato di «killer», di «gente che sa uccidere».
La strage di Erba
La strage di Erba avvenne l’11 dicembre del 2006. In un appartamento di via Diaz a Erba, in provincia di Como, furono assassinate quattro persone: Raffaella Castagna, 30 anni, suo figlio Youssef, due anni, sua madre Paola Galli, 57 anni, e una vicina di casa, Valeria Cherubini, 55 anni. Il marito di Cherubini, Mario Frigerio, 66 anni, fu colpito alla gola da una coltellata, ma riuscì a salvarsi.
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