Sottraeva denaro al figlio invalido, condanna definitiva

Ubaldo Vallini
La sentenza in Cassazione conferma l’impianto accusatorio per un uomo di Nozza di Vestone
La sede della Cassazione a Roma - Foto Ansa/Luca Zennaro © www.giornaledibrescia.it
La sede della Cassazione a Roma - Foto Ansa/Luca Zennaro © www.giornaledibrescia.it
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La vicenda aveva destato un certo scalpore alcuni anni fa, non solo a Nozza di Vestone dove si sono svolti i fatti, ma anche al di fuori dalla Valle Sabbia. E finalmente è arrivata a conclusione, con una sentenza definitiva in Cassazione che, nella sostanza, conferma l’impianto accusatorio emerso dalla denuncia e poi confermato nel corso del processo di primo grado.

A confrontarsi davanti ai giudici il nonno da una parte e la nipote dall’altra. Nel mezzo il figlio di uno e padre dell’altra che nel 2007 era rimasto vittima di un grave incidente stradale che l’aveva reso gravemente invalido ed incapace di intendere e di volere.

I fatti contestati risalgono ai sette anni che ci sono fra il 2008 e il 2015, quando Silvano Bacchetti, che allora aveva 68 anni, si ritrovò ad essere l’amministratore di sostegno del figlio Roberto che nel frattempo, bisognoso di cure continuative, era stato ricoverato alla Fondazione Passerini. Ad avviare l’iter in sede penale, dopo una causa civile che non aveva dato i risultati attesi, la figlia di Roberto, Elena, succeduta al nonno nel ruolo di amministratore di sostegno nel corso del 2015.

A suo dire, Silvano Bacchetti, già prima di diventare amministratore di sostegno del figlio aveva cominciato a «distrarre» denari e beni: le assicurazioni avevano corrisposto per l’incidente occorso a Roberto più di 800mila euro; Silvano si sarebbe appropriato indebitamente di una cifra pari a circa 147mila euro con prelievi bancari, assegni, versamenti su conti propri. Lui, l’imputato, si è sempre difeso affermando che per sette anni si era preso carico anche delle difficoltà di altri familiari.

Ebbene: con sentenza del 2022, il Tribunale di Brescia dava ragione alla nipote, condannando il nonno a 3 anni e due mesi di reclusione, al pagamento di 18mila euro fra rimborsi alle parti offese e spese processuali. Pena poi ridotta in appello a due anni di reclusione coi benefici della condizionale. Non soddisfatto, Silvano ricorreva in Cassazione. Anche qui però gli hanno dato torto, dichiarando inammissibile il ricorso e condannandolo a pagare le spese processuali proprie (3.000 euro) e a quelle sostenute dalle parti civili (4.600).

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