Sono tornati i pipistrelli al Buco del Frate di Prevalle

Enrico Giustacchini
La scoperta degli speleologi: intere colonie trascorrono anche i mesi più freddi sulle pareti della cavità
I pipistrelli dentro il Buco del Frate, a Prevalle - Foto © www.giornaledibrescia.it
I pipistrelli dentro il Buco del Frate, a Prevalle - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Pipistrelli di casa al Buco del Frate, la presenza è confermata. Anche d’inverno. Si è concluso nei giorni scorsi il nuovo monitoraggio delle colonie di chirotteri insediate nella cavità carsica, recentemente messa in sicurezza a cura dell’Amministrazione comunale di Prevalle.

L’indagine, promossa dal Comune con il coordinamento di Paolo Burlon, consigliere delegato all’ambiente, è stata condotta dall’agronomo Giambattista Rivellini, che si è avvalso del supporto di Mattia Panzeri e Martina Spada dell’istituto Oikos, nonché di una squadra di speleologi dell’associazione Agartis.

Il sito è stato ispezionato avendo cura di non arrecare disturbo agli individui in ibernazione. È stata riscontrata la presenza, anche in questa stagione, di specie quali il miniottero e il rinolofo maggiore: una colonia molto ridotta rispetto a quanto registrato nei mesi più caldi, ma comunque significativa. Venticinque gli individui svernanti, a fronte dei 380 esemplari di miniottero che erano stati accertati nel penultimo report. Cinque appena, invece, i rinolofi censiti, lo stesso numero della rilevazione precedente. «Particolare attenzione deve quindi essere riposta nella valutazione delle presenze di questa specie durante il corso dell’anno – sottolinea Rivellini –, a causa del declino che purtroppo si registra costantemente oramai da tempo».

Rispetto agli altri, l’attuale monitoraggio ha offerto una novità. Per la prima volta l’indagine è stata estesa al Buco del Fico – cavità che si apre a circa 400 metri dal Buco del Frate –, rivelando tracce esigue della presenza di pipistrelli, a suggerire una frequentazione limitata. Il censimento ha rimarcato l’importanza che nel suo complesso quest’area assume a livello nazionale per quanto concerne la salvaguardia dei chirotteri. Le specie ospitate –  in estate trovano rifugio qui, oltre a miniotteri e rinolofi, pure diverse varietà del genere Myotis –  sono di elevato interesse naturalistico, e necessitano quindi di una protezione rigorosa, a cominciare dal divieto di accesso nel periodo autunno-inverno. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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