Sono state digitalizzate 242 mappe del Civile e di Brescia

Marco Papetti
Sono di proprietà della Fondazione che gestisce l’ospedale: ora tutti potranno vederle senza rovinarle, essendo state raccolte in un cd
La Tomba del cane i una mappa del Vantini
La Tomba del cane i una mappa del Vantini
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È un tesoro che torna alla luce, per essere goduto da tutti: 242 mappe di proprietà della Fondazione Spedali Civili custodite dall’Archivio di Stato di Brescia sono state digitalizzate e potranno essere visionate da studiosi e appassionati senza che gli originali, molti dei quali di grandi dimensioni e fragili, debbano essere rimossi dai contenitori in cui sono conservati, col rischio di rovinarli.

Le chicche

Si tratta della parte che ancora non era stata digitalizzata del cospicuo patrimonio documentale di Spedali Civili custodito dall’Archivio diretto da Debora Piroli, racconto per immagini della storia dell’ospedale e di Brescia.

Tra i documenti digitalizzati, spiccano ad esempio le planimetrie dell’ormai demolito convento di San Domenico, antica sede dell’ospedale tra via Einaudi e via Moretto, o le tavole preparatorie dell’architetto Rodolfo Vantini per la cosiddetta «Tomba del Cane», progettata tra il 1847 e il 1855 per volontà del commerciante Angelo Bonomini, generoso benefattore dell’ospedale stesso. Una richiesta, quella di completare la digitalizzazione del materiale, arrivata alla Fondazione dall’Archivio di Stato in occasione dell’anno di Capitale della Cultura, il 2023: «L’iniziativa è nata perché l’anno scorso avevamo organizzato l’assemblea dei nostri soci partecipanti all’Archivio di Stato di Brescia, per consentire loro di visionare i documenti - spiega la presidente di Fondazione Spedali Civili Marta Nocivelli -. Da lì, i responsabili dell’Archivio di Stato ci hanno chiesto se avessimo potuto farci carico della loro digitalizzazione».

Da sinistra Debora Piroli, Giuseppe Merlo e Marta Nocivelli - © www.giornaledibrescia.it
Da sinistra Debora Piroli, Giuseppe Merlo e Marta Nocivelli - © www.giornaledibrescia.it

Detto, fatto. «Un primo passaggio - ricorda - era stato fatto in occasione della mostra dal titolo "Tra paura, devozione e scienza" organizzata dall’Archivio di Stato: in quel caso si era trattato di sole otto mappe, ma ci si è resi conto di quanto potesse essere utile procedere anche con la digitalizzazione di tutte le altre, come ci aveva chiesto Debora Piroli, la direttrice dell’Archivio».

Ad occuparsene, tra la fine del 2023 e l’inizio dell’estate, è stato uno studio milanese di fotografia, specializzato nella riproduzione di beni culturali: un lavoro che ha richiesto decine di scatti, viste le dimensioni delle mappe, alcune di tre metri per due, poi riassemblate digitalmente nella loro interezza.

La soddisfazione

L’hard disk con i documenti in digitale è stato infine consegnato dalla Fondazione all’Archivio di Stato ai primi di luglio e i documenti saranno a breve consultabili in alta definizione, senza pericolo di corruttela: «L’operazione è stata fatta sul patrimonio più fragile e più difficile da movimentare, ossia le mappe, inerenti alle proprietà dell’ospedale o opere architettoniche commissionate dal medesimo - spiega l’archivista e storico dell’arte Giuseppe Merlo -. Alcune planimetrie e topografie hanno dimensioni enormi ed erano praticamente inconsultabili».

«Parliamo di documenti che misurano anche 3 metri per 2 e che per questo e per la loro delicatezza raramente venivano concessi in visione agli studiosi», precisa la presidente Nocivelli. «Adesso - conclude Merlo - le mappe sono in conservazione e non si toccano più e gli studiosi possono consultarle da casa dal nostro sito, su cui verranno caricate. È stata un’opera meritoria dell’ospedale».

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